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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Sega Mega Drive
Battletoads
Sega | Tradewest | Rare
19 12 2011

Fenomeno per molti versi inspiegabile, la saga Battletoads avrà però avuto le sue ragioni per arrivare a un successo di portata mondiale, per di più riscontrabile su quasi tutte le piattaforme del tempo. Inizialmente creati sull'onda dei Teenage Mutant Ninja Turtles al loro picco di celebrità, i tre rospi da battaglia Zitz, Rash e Pimple sono andati al di là di ogni aspettativa, rivelandosi più longevi e presenti delle tartarughe rivali, almeno nel mondo dei videogiochi. Dopo il debutto folgorante sul vecchio Nintendo NES (1991) i nostri eroi hanno infatti continuato le loro imprese su tutte le console dei primi novanta, attraverso riedizioni e sequel, passando per il Super Nintendo e finendo poi anche sul Sega Mega Drive (1993). Dove si sono come al solito comportati più che bene: la storia e il gameplay rimangono qui gli stessi del debutto (la Dark Queen ha rapito ancora la principessa Angelica e i nostri eroi dovranno riportarla indietro, mazzolando en passant intere schiere di cattivoni), come rimane identico o quasi l'impianto grafico, legato alla vecchia origine a otto bit.

Il che spiega forse il perché della perplessità suscitata da Battletoads su giocatori abituati a grafiche più scintillanti (già allora, su Mega Drive, e figuratevi l'effetto che fondali tanto primitivi possono fare adesso a gente abituata alla PS3). In somma: si tratta della vecchia questione dell'importanza del gameplay contro quella della grafica, questione che in questo caso esplode ancora più fragorosamente. Il gioco offre infatti molto più di quanto possa apparire in superficie (grazie all'inventiva dei programmatori originali Chris e Tim Stamper della allora neonata Rare, responsabile anche di questa rivisitazione a 16 bit), come i tanti fan di Battletoads hanno sempre tenuto a ribadire. La missione è strutturata in diverse sezioni, molto diverse come impostazione: si parte con un beater a scorrimento simil-Golden Axe, passando poi per battaglie in stile dungeon, sezioni platform e anche piccole corse su jetbike e skateboard spaziali. Ce ne è insomma abbastanza per considerare Battletoads un titolo sui generis, grazie anche al suo 'sense of humour', e con una dozzina di livelli disponibili ce ne è pure abbastanza per intrattenersi per qualche settimana, soprattutto se si gioca in due, nonostante una minore difficoltà globale. Alla fine, una volta fatto l'occhio, il fenomeno Battletoads non sembra poi così inspiegabile.

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