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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Nintendo Super NES
Joe & Mac 3: Lost in the Tropics
Elite | Data East
25 05 2011

Una volta ammesso che il soggetto di un qualsiasi platform potrebbe essere stato scritto su un salviettino durante una pausa caffè, quello di Joe & Mac 3: Lost in the Tropics brilla in modo particolare per la sua esilità. Come nel primo episodio si tratta di viaggiare attraverso una improbabile preistoria, con una missione tra gioielli rubati, tribù ostili, belle signore capricciose, foreste paleotropicali, dinosauri, salti e botte da orbi da parte dei due (davvero bruttini) cavernicoli protagonisti. Insomma, la solita pippa, tanto per dare ragione a chi considera i videogiochi come un esercizio puramente masturbatorio. Ma la preistorica avventura, a sorpresa, risulta gradevole, almeno per un paio di buoni motivi.

Prima di tutto per una grafica sgargiante e sovrabbondante, il che la mette al di sopra del gruppone di altri analoghi titoli e predispone già di per sé a un buon accoglimento. In seconda battuta per un fattore che viene spesso ignorato, anche ai giorni nostri, dalla maggior parte dei programmatori: una curva della difficoltà impostata a puntino, in grado di attrarre progressivamente giocatori anche svogliati o semplicemente mal sopportanti i meccanismi dei giochi di azione. In somma: il gioco si fa vedere e giocare, anche perché tutti gli altri elementi di base (comandi, comportamento e numero degli avversari, struttura dei livelli, varietà delle armi, animazione dei personaggi, colonna sonora) mostrano solo problemi molto relativi e quindi di soggetto, trama e ammennicoli vari ce ne possiamo anche fregare.

Joe & Mac 3: Lost in the Tropics, misconosciuto platform made in Data East (1994, team con molti elementi già presenti nel precedente Congo's Caper e col solo Shingo Kuwana a proseguire in modo significativo fino alla produzione di titoli per PS2), emerge da un lontano passato e da una pila di platform lunga come una quaresima. Vittima di una mancanza di promozione quasi assoluta e della reputazione insignificante della casa madre (Data East, con tutta la sua lunga tradizione, si è sempre distinta per lo scarso fascino delle produzioni, con l'eccezione del quasi contemporaneo Shadowrun), Joe & Mac 3: Lost in the Tropics è passato attraverso i suoi tempi senza lasciare segno alcuno nella memoria collettiva. Un peccato, perché i suoi quattro mondi erano e sono in grado di offrire un divertimento sano e solido e anche qualche originalità inattesa, come la possibilità di affrontare le aree di gioco senza una sequenza precisa, quella di poter giocare in due in collaborazione, quella di farsi dare un passaggio da vari dinosauri presenti, oppure ancora quella di affrontare una piccola sezione dedicata allo shopping. Non poco per un titolo che apparentemente dovrebbe essere collocato solo in seconda fascia e con l'aggravante di essere un improbabile sequel. Non abbastanza, comunque, per garantire una longevità decente: tra password e basso numero di livelli il tutto viaggia su un pomeriggio o un paio di giorni di durata al massimo. Ma in questi casi, in cui la profondità è bandita per assioma, questo è un fattore secondario.

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