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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Sega Mega Drive
Kid Chameleon
Sega
05 09 2009

E ora qualcosa di completamente diverso. Insomma, non proprio, ma almeno qualcosina la tiriamo fuori da questa avventura platform in cui il protagonista, ricorrendo a strani copricapi magici, può trasformarsi in psicokiller fornito di ascia, pilota di tank, cavaliere, samurai o essere super veloce, ovviamente a seconda degli ostacoli che gli tocca di incontrare. Una piccola buona idea, già utilizzata da altri e ripresa in titoli analoghi tanto per spezzare il tran tran da piattaforme con qualche ragionamento in più, ma raramente portata alla esasperazione come succede qui, con un'esplorazione complicata da aree segrete, percorsi alternativi ed elmetti da ritrovare per forza. Il punto è che la trovata, non in grado di consolidare da sola impianti di gioco insufficienti con iniezioni di strategia, non sempre svolge in pieno la sua funzione salvifica.

Lanciato da Sega con grandi speranze nel periodo di interregno tra il primo Sonic e la piena affermazione del Mega Drive sulle due sponde dell'Atlantico, Kid Chameleon (1992) andò incontro a un destino commerciale piuttosto magro, o almeno non all'altezza delle attese. Non è difficile capire perché, col senno di poi: con un look di buon livello, ma basato sulle librerie grafiche di prima generazione del Mega Drive, una colonna sonora idem, un character design indirizzato ai dodicenni o giù di lì, una storia di base interessante (un coin-op che risucchia al suo interno i giocatori e il ragazzino Fonzie-like che va al loro soccorso), ma del tutto marginale rispetto a quello che succede poi sullo schermo, Kid Chameleon era già allora un gioco che riservava il meglio di sé a chi aveva la pazienza di penetrarlo fino in fondo, lasciando invece piuttosto freddi gli altri. Portare a termine l'impresa non era questione da poco, tra l'altro.

Con poco meno di un centinaio di livelli da affrontare, una curva della difficoltà capricciosa (a scatti), tempi limite e niente salvataggi (!), Kid Chameleon è infatti un boccone piuttosto duro, dedicato essenzialmente a chi è cresciuto a forza di acrobazie e salti sulla testa dei nemici. Anche perché, nonostante la variante strategica di cui sopra, sotto sotto la sua anima resta quella di tutti i derivati del Super Mario nintendiano, alla faccia della produzione a stelle e strisce. Ma non mi sembra comunque giusto essere troppo severi con il nostro camaleontico protagonista: alla fin fine è difficile trovare un platform dei primi anni novanta che non somigli in qualche modo a Super Mario. La stessa produzione Sega USA di cui sopra, come allora spesso accadeva, perlomeno assicura buona compattezza di gioco, gameplay senza sbavature e ritmo elevato, fattori tra le altre cose apprezzati dai retrogamer alla ricerca della essenzialità perduta. Tanto che, piuttosto a sorpresa, Kid Chameleon si è preso ai giorni nostri una bella rivincita rispetto a tanti suoi vecchi concorrenti, con un insospettabile seguito di fan in rete e continue richieste di remake. Il che fa anche intuire quale sia la questione fondamentale nel caso di Kid Chameleon: una buona idea sopravvive a tutto, alla faccia del passare del tempo.

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