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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Nintendo Super NES
Mortal Kombat II
Acclaim | Sculptured Software
17 03 2008

La smania che accompagnava Mortal Kombat è diminuita molto dalla realizzazione del primo episodio, una quindicina di anni fa, ma questo classico picchiaduro ha dalla sua ancora un buon numero di seguaci, in ostinata attesa di nuove resurrezioni.

Mortal Kombat II rappresenta forse la migliore espressione del coin-op Midway, o perlomeno l'azimuth di una parabola che ha poi finito per puntare verso il basso, nonostante versioni successive anche brillanti (Mortal Kombat 4 su PlayStation), ma affossate da una concorrenza più à la page. Quello che sorprendeva ai tempi e che poi non ha più potuto sorprendere era la possibilità di portarsi a casa, quasi intatto, un coin-op tanto famoso e tanto ai limiti della tecnica più avanzata. In un mondo di videogiochi allora dominato da sprite tradizionali, più o meno carini ma inevitabilmente limitati, la novità di una grafica digitalizzata e animata con tale abilità aveva lasciato tutti a bocca aperta, al di là della presenza di un gameplay più o meno solido. In effetti ai tempi la sete di realismo nel mondo dei PC e delle console era tale da far passare in secondo piano qualsiasi altro fattore, fosse anche il contenuto di un gioco. Non si spiega forse altrimenti il successo travolgente di Mortal Kombat, titolo più venduto in Nord America e forse nel mondo intero lungo il biennio 1993/1994, alla faccia di Street Fighter.

Non che i combattimenti del torneo organizzato dal perfido Shang Tsung non avessero un loro fascino: il ritmo era elevato, la varietà pure e venire a capo di una sequenza di incontri che nel caso di Mortal Kombat II arrivavano a una buona dozzina non era proprio cosa da tutti. Solo che la scientificità del meccanismo di Street Fighter qui mancava quasi completamente, con vittorie casuali nel 2-player mode e con un gameplay per certi versi sbilanciato. Non era però tanto una questione di disattenzione, quanto di diversa filosofia rispetto ai canoni più rigorosi inseguiti dai beat'em up Capcom: qui l'origine è a stelle e strisce, e si vede. Più che puntare sulla profondità si punta sull'abbaglio grafico a tutti i costi, o magari su un effetto di moda tremendamente funzionante al momento (pensate alla mania di ricercare tutte le Fatality prodotte dai personaggi, manco fosse quello il cuore del gioco). Fosse già solo per questo la versione Megadrive del primo Mortal Kombat era stata considerata la più fedele all'originale, con una quota di sangue versato e teste strappate pari a quella del coin-op. Il Mortal Kombat II del Super Nintendo Entertainment System, per non ripetere il peccato d'omissione dell'anno precedente, si faceva mancare comunque molto poco in questo senso - fatto sorprendente per una console che aveva fatto della moralità un suo caposaldo.

Il passaggio dalla sala giochi al Super NES era stato affidato a Sculptured Software, come era già accaduto in caso di altre produzioni impossibili. Il risultato finale in realtà è ancora oggi sorprendente dal punto di vista dello spettacolo, perlomeno se non si vogliono considerare alcuni fattori inevitabili come il taglio dei frame di animazione o il brutto render di alcuni elementi grafici (sbotti di sangue o fiamme, per esempio): d'altro canto per vedere esplosioni o effetti di luce degni di questo nome bisognerà aspettare il secondo/terzo anno della PlayStation e una tecnologia completamente differente. Per il resto, questa versione per Super NES poteva sfruttare l'articolazione del joypad Nintendo - cosa che non poteva succedere col tre bottoni del Megadrive - e lo faceva con un controllo sui movimenti quasi all'altezza di quello del coin-op . Molti si sono lamentati per l'assenza di una opzione turbo, in grado di spostare ancora più in avanti il tono dei combattimenti, ma francamente a me pare che in Mortal Kombat II di velocità ce ne sia già da vendere. Tra l'altro la caduta di interesse, sempre possibile in titoli tanto immediati, è in qualche modo scongiurata dalla presenza di finali differenti (le cruente Fatality di cui sopra, ma anche le varianti Babality e Friendship, per nulla facili da padroneggiare) e da quella di personaggi segreti quasi al limite della leggenda metropolitana. Il tutto venne condito ai tempi da un battage pubblicitario degno di una campagna presidenziale (e forse altrettanto costoso), che dipingeva Mortal Kombat II come il killer dell'allora imperante Street Fighter. Non era vero, ma alla fine quello che conta sono i dollari incassati. In questo senso ha avuto ragione Midway, e amen. A noi resta un titolo gradevole, superficiale, visivamente micidiale e con l'unica colpa di essere stato pompato al di là dei suoi meriti.

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