Imbarcato in tenera età su un cargo battente
bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai
suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti
contatti con numerose popolazioni indigene
legate alle tradizioni, una smodata passione per
l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming,
in particolare se targato Sega...
Sony PlayStation
The Italian Job
SCi | Pixelogic | Bryan Reynolds | John Li | Kris Gormley | Chris Butler | Robin Mangham
29 08 2022
Basandosi solo sulle prime impressioni, The Italian Job (PlayStation, 2001) parrebbe offrire meno di quanto visto nei precedenti Driver e Runabout. Invece, scavando più in profondità, diventano evidenti la passione e l'incoscienza con cui i programmatori di Pixelogic hanno realizzato questo atipico tie-in. Perché, tra l'altro, di tutto poteva essere accusato The Italian Job tranne che di sfruttare il successo di qualche titolo cinematografico concomitante (l'omonimo remake con Mark Wahlberg ed Edward Norton arriverà solo nel 2003). Il film da cui prendeva spunto risaliva infatti al 1969 (protagonista Michael Caine, insieme a Noel Coward, Benny Hill e Raf Vallone) e, pur essendo considerato un classico dal pubblico britannico e pur vantando una non piccola schiera di fan, era ed è poco conosciuto in qualsiasi altra parte del mondo, nostri italici lidi compresi. Ma alla fine, oltre a costituire un buon 'training' per quelli che stanno progettando un viaggio in auto in Inghilterra (il gioco utilizza una riproduzione non peregrina, anche se ovviamente limitata, delle strade di Londra, lungo le quali si svolge la prima delle tre parti del gioco) e oltre a rappresentare un riferimento per i nostalgici della Swinging London anni sessanta, The Italian Job riesce a offrire qualcosa di più sostanzioso e di meno specifico? Per fortuna sì.
Arrivato praticamente dal nulla e accompagnato da una promozione sommessa, il titolo SCi non fa in effetti molto per staccarsi dal modello Driver. Riesce però a evitare ogni paragone imbarazzante grazie a una buona varietà di fondo (il gioco è bene articolato, nonostante l'assenza di un 'two-player mode' con split screen, e affidandosi alle opzioni alternative Free Ride, Checkpoint, Destructor, Challenge e a un multiplayer a turni raggiunge una longevità plausibile), all'originalità della modalità principale (che ripercorre alcune fasi del film, affidandosi a missioni inserite in una struttura unitaria) e a una componente strategica di buon peso.
Il risultato è un piccolo ma coinvolgente 'racer', che riesce qualche volta a dare un'illusione di completa libertà (questione da non sottovalutare in nessun tipo di videogioco) e spesso la conferma di una grande giocabilità. Graficamente non eccezionale, ma ricco di particolari e quindi in linea con Driver e Runabout, The Italian Job si ritrovava già ai suoi tempi a scontare le carenze di un hardware anziano, accusando così qualche scompenso generale (pop-up e frammentazioni delle texture) e qualcuno a carico dei quattordici veicoli disponibili (tra le altre Mini Cooper S MK1, Jaguar E Type, Ford Cortina, Aston Martin DB4, Lamborghini Miura e un autobus).
Le auto hanno però il merito di presentare comportamenti su strada ben differenziati, come pure quello di muoversi con una certa agilità di stampo arcade - fattore indispensabile per districarsi in ambienti ingarbugliati (le sedici missioni della modalità principale sono ambientate a Londra, Torino e nelle regioni alpine). Non sono però tutte rose e fiori: gli inseguimenti della polizia possono risultare frustranti, la struttura di gioco può apparire alla lunga troppo rigida ed esile, le musichette anni sessanta sono gradevoli ma ripetitive e i caricamenti irritanti. Nonostante questo The Italian Job riesce ancora a conservare un suo fascino, restando una delle poche belle sorprese riconducibili alla fase finale della prima PlayStation.
[NO1]