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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Sony PlayStation
Micro Machines V3
Codemasters | Andrew Graham | Mark Coombes | Lee Metcalfe | Graham Rigby
01 03 2022

"Pure gameplay", era il motto Codemasters? Allora scusate se mi permetto, ma non me la sento di concordare, non questa volta per lo meno. Certo, Micro Machines V3 è forse stato il loro gioco più atteso su PlayStation e anche il sottoscritto, ai tempi, aveva contato i giorni mancanti alla sua uscita, ma una volta giocato, mi ricordo, ero rimasto piuttosto perplesso. Oggi non posso che confermare quella lontana impressione. E per numerose ragioni che vado a trattare prima di essere terminato a sassate dai fanatici della saga e dai redattori delle riviste 'serie' che allora lo avevano coperto di allori.

Tanto per cominciare, la veste grafica tridimensionale (buona) non riesce a mascherare il fatto che Micro Machines V3 (1997) era già allora un gioco vecchio. Anzi, colpevolmente vecchio, visto che ci si aspettava per questa sua incarnazione a 32 bit qualcosa di davvero innovativo, che rompesse i ponti con il passato e immettesse un po' di aria fresca in un concept apparentemente immutabile. E invece nulla, e se è vero che squadra che vince non si cambia è anche vero che la squadra in questione aveva decisamente rotto le palle. Per esempio: perché diavolo devo per forza arrivare sempre e comunque nelle prime due posizioni (oppure primo e basta, quando si tratta dell'ultima pista di ogni categoria), pena la perdita di una delle tre vite e conseguente necessità di ripetere la corsa fino alla nausea? E se proprio devo mandare a memoria ogni singola curva del tracciato, fatto indispensabile per arrivare primo o secondo, perché non posso farlo tutte le volte che voglio, invece di preoccuparmi del numero di vite perse?

È un tipo di struttura che poteva andare bene qualche anno prima, ma che ai tempi di questo remake (e adesso sono passati altri venticinque anni) non faceva altro che irritare se messa di fronte alle più razionali competizioni articolate in campionati. Sarebbe meglio poter arrivare in qualunque posizione, prendere un certo numero di punti per poi fare i conti a fine campionato e vedere se si è in una posizione sufficiente a passare di categoria. Ma Codemasters sembrava avere impostato la sua filosofia di 'pure gameplay' sui parametri delle riviste inglesi, da cui dipendeva in gran parte il destino dei suoi prodotti, considerando quindi frustrazione e ripetizione continua come sinonimi di divertimento. Il risultato è che Micro Machines V3 spesso non fa altro che irritare, tanto più oggi. L'ultima cosa che riesce a procurare è proprio il tanto decantato divertimento. E se non mi diverto che cavolo gioco a fare?

La struttura di gioco datata e irritante non è però l'unico problema di Micro Machines V3, dato che a tarpare le ali a questo titolo, potenzialmente molto interessante, contribuiscono anche altri fattori. Come Il layout delle piste (quarantotto, tutte fornite di bonus, ostacoli e trappole), che qualche volta risulta poco ispirato e nella maggior parte dei casi troppo 'estremo', con passaggi da incubo che si susseguono senza pausa. E se infilare una curva a U per poi tentare di imboccare un ponte strettissimo, mentre si è all'ultimo giro in terza posizione, non è il mio ideale di divertimento, ancora meno lo è doverlo fare con un'auto che non ne vuole sapere di curvare e che va da tutte le parti come una saponetta bagnata, alla faccia della traiettoria scelta.

Trovo inoltre strano il fatto che un gioco come questo, che fa dell'immediatezza la sua bandiera, sia così pieno di attese inutili. Si parte dai continui caricamenti e si continua con la schermata animata dei menu (simpatica la prima volta, meno la seconda, odiosa la terza) e con le stupide frasi pronunciate prima di ogni gara da personaggi banalissimi (si toccano i vertici di Street Racer), per finire in bellezza con la macchinosità dei settaggi. Difetti marginali, certo, ma che assumono rilevanza se visti nella già citata ottica di chi cerca in Micro Machines V3 soprattutto immediatezza e semplicità. Bisogna comunque dire che il gioco ha anche i suoi pregi, ovviamente, e tra questi il più evidente è costituito dalla grafica 3D, colorata, simpatica e unica vera innovazione presente in questo update. Le automobiline si muovono veloci lungo paesaggi dettagliati e originali (per chi non lo sapesse qui si simulano corse tra modellini di vario tipo, tra biliardi, vasche da giardino, tavoli e scrivanie) mentre il motore grafico non mostra mai incertezze o rallentamenti. Il tutto risulta anche spettacolare, in un modo tutto suo, ma non particolarmente pratico. Tanto per dirne una: la porzione di pista inquadrata dall'alto non è sufficiente a individuare per tempo le curve successive, a discapito della giocabilità.

C'è poi da ricordare che il vero punto di forza della serie Micro Machines è sempre stato il modo multiplayer e che sotto questo aspetto Micro Machines V3 offre numerose opzioni, tutte valide. Ricordiamo tra queste la possibilità di giocare con gli amici scommettendo le macchinine vinte nelle gare contro la CPU (come accadeva in Namco Tennis Smash Court) e le modalità per quattro/otto giocatori in gare a cronometro o a squadre, oppure più semplicemente tutti contro tutti. Il problema, però, è che questo non riesce a salvare la situazione in toto, soprattutto agli occhi di un giocatore dei giorni nostri. La cosa migliore di Micro Machines V3 resta quindi la capacità di riportare alla mente le antiche partite con i Micro Machines per Amiga e Mega Drive. Il che potrebbe anche bastare, se non fosse che gli originali sono meglio realizzati e mantengono (appunto) il fascino dell'originalità. E poi, se vogliamo parlare di PlayStation, perché scegliere proprio Micro Machines V3 all'interno di un catalogo giochi sterminato e pieno di classici decisamente superiori?

[NO1]


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