A.Rea. 21 : retrogaming e videogiochi dal 1996!
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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Sony PlayStation
Pandemonium!
Crystal Dynamics | Paul Reiche III | Zak Krefting | Fred Ford | Ken Ford
18 05 2021

Il mondo dei videogiochi negli anni novanta era influenzato da mode e da correnti di pensiero che mutavano con una velocità tale che manco un virus in piena pandemia ci riesce. La cosa era particolarmente evidente nel campo delle console (e ancora più evidente nel caso della PlayStation, data la facilità di programmazione e la dimensione del mercato). Arrivati a un certo punto, però, anche l'evoluzione più caotica tende a stabilizzarsi e così la trasformazione tridimensionale di vecchi generi, tra alti e bassi, è diventata lo standard dominante, naturalmente. Prendiamo per esempio i vecchi platform bidimensionali: l'evoluzione più facile (e quindi immediatamente intrapresa) era quella semi-tridimensionale, quella cioè che ha avuto come apripista principale Crash Bandicoot, con un successo di vendite che ha spinto molti altri a ripercorrerne la strada. Pandemonium! (Crystal Dynamics, 1996), tra questi emuli, è stato uno dei più convincenti, grazie alla sua impostazione spettacolare ma ancora più tradizionale.

Pandemonium! si presenta infatti in modo accattivante già a partire dalla sequenza introduttiva, di ottima fattura. Segue una schermata di opzioni, in cui è possibile personalizzare i semplici controlli, regolare effetti sonori e musica e inserire una password per continuare dall'ultimo livello raggiunto. Sbrigate queste formalità ci si ritrova in una specie di mappa del mondo in cui è ambientato il gioco, dalla quale sarà poi possibile accedere come e quando si vuole a tutti i livelli già completati; potrete inoltre selezionare il personaggio con cui affrontare i vari livelli scegliendo ogni volta tra i due protagonisti disponibili, ovvero un giullare e una ragazzina atletica dal look elfico. Le differenze tra i due sono in effetti sostanziali, dato che il buffone può utilizzare un attacco speciale anche quando non è provvisto di armi, mentre la ragazza può effettuare un utilissimo doppio salto (a volte un po' ostico da ottenere). A questo punto si entra finalmente nelle varie ambientazioni, generalmente realizzate con attenzione e con punte di vera eccellenza.

Ogni stage è infatti disseminato di strutture architettoniche impossibili, giochi di luce e colori brillanti che si adattano perfettamente all'atmosfera surreale di Pandemonium!. Come se questo non bastasse l'inquadratura utilizzata è sempre la migliore, nel senso della più spettacolare possibile (senza togliere nulla alla funzionalità di gioco) ed è anche accompagnata da una continua serie di rotazioni e di zoomate che ai tempi avevano dell'incredibile. Inappuntabili i comandi, aiutati dalla limitata libertà di movimento all'interno di un 3D che rimane solo apparente. Buone anche le animazioni, tanto per i protagonisti quanto per gli avversari, a volte davvero comici per andatura e caratterizzazione sonora. Quest'ultima osservazione ci porta a un veloce esame della componente audio, non eccessivamente brillante come temi musicali ma bene articolata e integrata nei vari momenti del gioco.

Altre lodi vanno al fantasioso design dei livelli (e dei corrispondenti boss), percorribili con grande scorrevolezza e forniti di numerose strade alternative destinate alla ricerca dei bonus e dei diversi punti dedicati alla metamorfosi. Attraversando questi ultimi ci si trasforma infatti in uno degli animali disponibili, cosa che aggiunge una certa varietà alla struttura del gameplay. Struttura che resta però, come dicevamo, incentrata su schemi bidimensionali classici, anche se inseriti in una bella scenografia 3D. La logica conseguenza è che tutto sa di già visto, dato che tolta la (fittizia) terza dimensione ci ritroviamo di fronte al milionesimo platform con percorsi obbligati o quasi, in cui raccogliere monete, saltare in testa ai cattivi ed evitare di restare intrappolati nelle classiche (qui per fortuna piuttosto rare) situazioni in cui è obbligatorio essere colpiti/cadere in un baratro/finire in una pozza di acido.

Difetto piuttosto pesante, a cui si aggiunge lo scarso numero di ambientazioni (diciotto) e una certa facilità di fondo, con conseguente crollo della longevità. Il tutto viene comunque bilanciato dai tanti fattori positivi già elencati. Pandemonium! riuscì quindi nello scopo di fornire un divertimento immediato (breve) e semplice, portando a casa un grosso successo commerciale e dando l'ennesima dimostrazione delle capacità tecniche (e di marketing) della console Sony.

[NO1]


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