Sony PlayStation
Resident Evil 3: Nemesis
Eidos | Capcom
11 01 2021
Non sono un amante della suspense e tanto meno dell'horror (in questa epoca di pazzi ci mancavano i cretini dell'orrore, tanto per citare Battiato), ma capisco molto bene che una storia basata sulla paura che non riesce a mettere paura rischia di sconfinare nella noia o nella comicità. È il caso, ad esempio, di molti B movie, ma non è proprio per niente il caso di questo Resident Evil 3 (Capcom, PlayStation, 1999), forse il più misconosciuto degli episodi di questa serie. Il suo lancio era stato in effetti accompagnato da un certo scetticismo, per motivi non del tutto opinabili. Qualcuno temeva che il gioco fosse troppo corto, forse per via dell'utilizzo di un singolo CD, mentre altri erano preoccupati dalla ennesima rivisitazione di una struttura di gioco già vista. Per fortuna (e inevitabilmente, se vogliamo, dal momento che il nome Capcom era una garanzia) le cose sono invece andate nel migliore dei modi, tanto che Resident Evil 3 ha potuto e può ancora oggi essere considerato tranquillamente come un gioco eccellente sotto ogni punto di vista.
La grafica, tanto per cominciare, rispetta in pieno gli standard più elevati del tempo e pur non presentando miglioramenti clamorosi riesce a superare in nitidezza e dettaglio quella degli episodi precedenti. Dal notevole impegno dei programmatori Capcom (come produttore l'esperto in materia Shinji Mikami) è scaturita una grande quantità di ambientazioni dalla grande atmosfera, spaventose e suggestive al punto giusto e in più di un'occasione furbescamente arricchite da convincenti effetti speciali relativi a piccoli incendi, scintille, esplosioni, pioggia e così via. La varietà delle località, d'altro canto, è tale da poter avvincere il giocatore dall'inizio alla fine dell'avventura, soprattutto se si considerano le limitazioni (secondarie, ma comunque superate da Resident Evil 3) delle prime due edizioni, ambientate principalmente in interni. Sullo stesso livello sono le animazioni dei personaggi, sia per quanto riguarda l'affascinante protagonista Jill Valentine che per quanto concerne i mostri, più numerosi e differenziati tra loro di quanto non fossero in passato. Superlativa anche la caratterizzazione, in particolar modo quella del mostruoso mutante Nemesis, indimenticabile già in Resident Evil 2 ma qui vera stella del gioco e ancora più deciso a eliminare la nostra Jill. Di primissimo ordine anche la componente audio, affidata a un set di effetti sonori realistici, ai classici temi musicali dall'incedere ansiogeno e a un buon doppiaggio in inglese, lontano dai toni da film di serie B del primo Resident Evil.
La struttura di gioco è la solita, ma grazie alla presenza angosciosa di Nemesis il livello di tensione non scende mai (e, come dicevamo, in una storia horror questo è fondamentale). Ci si aggira per una città infestata da zombie e da abominazioni varie, dentro a una devastazione epidemica causata dal virus elaborato dalla infida Umbrella Corporation; si spara (ma solo quando si è davvero in pericolo, dato che le munizioni spesso scarseggiano), si risolvono puzzle piuttosto semplici, ma soprattutto si lotta per sopravvivere alle spaventose imboscate di Nemesis, quasi immortale e interessato solo alla dipartita cruenta di Jill e dei suoi colleghi. E di posti orribili, in cui ci toccherà entrare senza essere sicuri di uscirne interi, ce ne sono a volontà: si va dai parchi pubblici alla locale torre dell'orologio, dall'ospedale cittadino a ristoranti e uffici, tanto per citarne qualcuno. Per di più alcuni aspetti del gameplay sono casuali, per rendere un po' differente ogni ripresa e aumentare una longevità comunque già plausibile, data la natura del gioco. Ad esempio può cambiare la localizzazione di armi e munizioni e, allo stesso modo, può modificarsi di volta in volta il riposizionamento dei mostruosi avversari, in qualche misura. Interessante, poi, la nuova opzione Live Selection, ripresa dal quasi contemporaneo blockbuster Capcom Dino Crisis: Jill, in momenti di pericolo imminente, deve decidere tra due diverse azioni da intraprendere, oppure, in caso di incertezza, affidarsi al fato, con diverse conseguenze sullo sviluppo della trama.
In Resident Evil 3 cambia anche il sistema di controllo, più reattivo e articolato dei precedenti, e la quantità lorda di azione, innalzata sia dalla presenza dell'abominevole inseguitore sia dai veri e propri plotoni di zombie a piede libero nella città. È stato inoltre rivisto il sistema di gestione delle munizioni, reso più interessante dalla possibilità di mescolare particolari polveri per ottenere cartucce più potenti o per aumentare le scorte di quelle tradizionali. Se proprio vogliamo essere pignoli sarebbe stato meglio aggiungere un livello di difficoltà intermedio, dato che i due concessi si rivelano molto diversi come intensità. Ulteriori motivi di interesse sono costituiti dai già citati bivi, che portano (inutile dirlo) agli immancabili finali multipli, e dal divertentissimo sottogioco segreto che viene sbloccato al primo completamento dell'avventura principale, con la quale può tra l'altro interagire. Simpatici anche i costumi segreti, presenti in buon numero, che dimostrano per l'ennesima volta la cura riposta da Capcom nella realizzazione e rifinitura di quello che è, senza ombra di dubbio, uno dei migliori giochi presenti sulla prima PlayStation.
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