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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Sega Mega Drive
Lillehammer '94
U.S. Gold
11 03 2020

Lillehammer '94 (Winter Olympics: Lillehammer '94 sulla copertina) mi fa venire in mente Winter Challenge, che mi ricorda Summer Challenge che a sua volta mi fa venire in mente tutte le decine di giochi che si riproducono inesorabilmente a ogni ricorrente Olimpiade invernale o estiva, dalla notte dei tempi nei secoli dei secoli, amen (si, lo so che quella di Tokyo potrebbe essere rinviata, ma i giochi dedicati usciranno lo stesso, ci potete scommettere le mutandine). Il che, per uno a cui manco piaceva Track and Field, in fondo progenitore di questa infinita genìa, è davvero tanto da sopportare.

U.S. Gold, poi, aveva la tendenza a proporre giochi di questo tipo senza starci a perdere troppo tempo, con produzioni messe in piedi in fretta e furia e che davano la netta sensazione di avere come unica finalità quella di vendere più copie possibile al maggior numero di sprovveduti possibile e in gran fretta. Non che le software house siano mai state degli enti di beneficenza, ma c'è un limite a tutto. E in Lillehammer '94 (anno olimpico 1994, in piena era 16 bit) questo limite viene passato più di una volta. Alla faccia dell'intenzione di mantenersi su un sano livello di semplicità, qui ci si ritrova con una grafica minimalista (anche se migliore di quella della versione per Super Nintendo) e, invece, con un impianto di gioco ostico. Ma ostico per i motivi sbagliati, ovviamente: pur essendo piatto come una pista da curling il gameplay risulta infatti particolarmente frustrante a causa di comandi imprecisi, di un frame rate fastidioso e di scelte cervellotiche.

Come nel biathlon, tendenzialmente noiosetto, ma che quando passa alla fase di tiro diventa francamente irritante, con un puntamento del bersaglio degno del peggior Parkinson, oppure come nelle specialità di sci alpino dove, nonostante una realizzazione molto lineare e quindi in grado di facilitare a chiunque l'approccio, i discesisti vagano come saponette sul ghiaccio. In altri casi, come nello slittino e nel bob, l'errore di base è di un altro tipo: per molti versi conviene far fare tutto al computer e intervenire unicamente con piccole correzioni e solo ogni tanto. Le specialità in cui gareggiare sono in tutto dieci, ma nessuna finisce per spiccare; la presentazione è quasi imbarazzante, l'audio è limitato e ripetitivo e la modalità per più giocatori non è niente di che. Il bello è che, in prospettiva, Lillehammer '94 non è nemmeno così disastroso, se lo si va a paragonare al gruppone di titoli analoghi prodotti negli ultimi trenta anni. Ma non può certo essere una consolazione.

[NO1]


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