[nuRetro] Sony PlayStation 4
Habroxia
Lillymo Games
28 09 2019
Disponibile anche su:
[ Switch | PS Vita ]
Nonostante sia chiaramente ispirato agli shoot'em up della cosiddetta 'vecchia scuola', ovvero quella in voga prima dell'avvento del sottogenere 'bullet hell', Habroxia non rinuncia a mettere in tavola qualche carta nuova di zecca. Ed è un bene, perché la miscela di azione d'epoca e di elementi in vago stile 'roguelite' funziona a meraviglia e rende il gioco ben più degno di considerazione di quanto sarebbe stato se si fosse limitato alle solite sparatorie (che rimangono comunque le benvenute, da queste parti).
Andiamo però per gradi e partiamo dall'azione blastatoria, come veniva chiamata una volta. Habroxia si differenzia dalla concorrenza sin dal primo istante grazie alle tre modalità di fuoco della navetta, che può sparare frontalmente, verso l'alto e verso il basso in contemporanea o in avanti, ma con una maggior dispersione dei proiettili. Le prime due di tali modalità offensive vantano un pulsante a testa sul controller, mentre la terza può essere attivata premendo simultaneamente i due tasti in questione. Ciascuna delle modalità di fuoco risponde a determinate esigenze, generate a loro volta dalla conformazione dei livelli e dalle ondate nemiche, e a dispetto di un'utilità chiaramente superiore del primo tipo di fuoco anche gli altri due si rivelano assai pratici in parecchi frangenti. La navetta è inoltre in grado di accelerare i suoi spostamenti per brevi tratti, ma quest'operazione va a svuotare una barra che si ricarica soltanto evitando di scattare per un po' di tempo. Le accelerazioni, così come il fuoco secondario, sembrano inizialmente poco utili, ma diventano indispensabili quando bisogna affrontare i boss più rapidi, i missili a ricerca e gli scontri a fuoco più concitati.
Un altro asso nella manica di Habroxia è rappresentato dalla natura camaleontica dei suoi livelli, che operano occasionalmente un cambio di scorrimento e passano da quello orizzontale, preponderante, a quello verticale nell'ambito dello stesso 'stage'. Non si tratta di una novità in senso assoluto, ma questa soluzione dona comunque una gradita varietà alle ambientazioni e cambia il ritmo del gioco in maniera assai piacevole. Il vero colpo di genio, però, è costituito dalle contaminazioni 'roguelite' alle quali si è accennato in apertura. I crediti che vengono raccolti nel corso delle scorribande stellari possono infatti essere impiegati tra un livello e l'altro per potenziare in maniera permanente vari aspetti della navetta, così da non trovarsi mai coinvolti in scontri impari e da non dover fare affidamento unicamente sugli immancabili 'power-up'. Veder crescere le capacità del vascello e affossare agevolmente avversari che richiedevano in precedenza un certo numero di colpi per poter essere abbattuti è molto soddisfacente e questo aspetto, pur andando in parte a intaccare la difficoltà generale, è senz'altro il più interessante del gioco.
Habroxia può poi vantare ben quattro modalità di gioco. La prima è la classica storia, costituita da quindici livelli che offrono diversivi come astronauti da salvare e boss da polverizzare. La seconda è l'invasione, che fa il verso ai grandi classici come Galaga e si svolge interamente in verticale, senza fine. La terza modalità, anch'essa senza fine, riprende l'azione della storia, ma è incentrata sul recupero degli astronauti dispersi. La quarta potrebbe essere considerata una sorta di versione più difficile del gioco di base, dal momento che pone il giocatore al comando di una navetta a dir poco mal equipaggiata. La realizzazione tecnica, infine, è mediamente buona: la grafica omaggia i canoni degli sparatutto d'epoca, ma li arricchisce con qualche bell'effetto speciale qua e là, mentre la musica è un po' deboluccia, ma non viene fortunatamente a noia.
[Goliath]