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Goliath Convinto sostenitore della pixel art e della massima semplicità nelle produzioni per le macchine attuali, Goliath non disdegna comunque i videogiochi propriamente moderni. Mastica un po' di tutto, dalle simulazioni sportive agli RPG, ma ha una predilezione mai sopita per l'azione dura e pura.

[nuRetro] Sony PlayStation 4
Shakedown: Hawaii
Vblank Entertainment
22 05 2019

Disponibile anche su:
[ PS Vita | Switch | 3DS | Windows ]

Dopo il meritatissimo successo riscosso con l'appassionante Retro City Rampage, Brian Provinciano torna sulla scena del crimine (bel doppio senso, sei licenziato - NdShrapnel) con Shakedown: Hawaii. Ci sono voluti parecchi anni per giungere finalmente a questo seguito, per cui la domanda sorge spontanea: sarà valsa la pena di attendere tanto a lungo? La risposta, in realtà, è scontata, in particolar modo alla luce della bravura dello sviluppatore, ed è un sonoro sì.

Shakedown: Hawaii prende tutto quel che di buono Provinciano aveva fatto con Retro City Rampage e lo innalza all'ennesima potenza, a partire dalla realizzazione grafica e sonora. La console di riferimento non è il NES, stavolta, bensì una sorta di Super NES imbottito di steroidi. La palette è quindi ricchissima e vivace, mentre il dettaglio grafico è sorprendente senza per questo risultare mai eccessivo o addirittura 'pesante'. Gli scenari sono tanto affascinanti quanto curati e gli sprite sprizzano vitalità da tutti i pori, il che rende anche il semplice girovagare per l'isola che fa da sfondo all'avventura un vero piacere. Il sonoro è ugualmente accattivante, sia dal punto di vista dell'accompagnamento musicale che da quello dei chiassosi effetti.

Dove Shakedown: Hawaii sopravanza di gran lunga il suo predecessore, a ogni modo, è nella quota lorda di contenuti. La storia vede il giocatore nei panni del presidente ormai anzianotto e fuori forma di una enorme compagnia, prossima a crollare a causa del mancato adeguamento al progresso. I negozi online, lo streaming di film e telefilm e lo spostamento del mercato verso prodotti più moderni hanno mandato in crisi profondissima le attività del protagonista, come per esempio i videonoleggi di cassette VHS (!), ed è a questo punto che l'antieroe del gioco decide di riprendersi fama e denaro con la forza. Ecco allora che bisogna minacciare i proprietari delle attività da acquisire, distruggere i furgoni che si occupano delle consegne relative allo shopping in rete, rubare il caffè necessario per mandare avanti elegantissime rivendite di bevande e via di questo passo. Il tutto prende ovviamente la forma di una struttura di gioco totalmente incentrata sull'azione, con sparatorie, inseguimenti su due o quattro ruote, agguati, esplosioni e chi più ne ha, più ne metta.

Ma Shakedown: Hawaii non si ferma qui, niente affatto. Le proprietà acquisite con mezzi più o meno legali devono essere gestite e potenziate, così da incrementare il patrimonio della compagnia e del protagonista, e alcune di esse sono legate ad avvincenti missioni secondarie che introducono elementi sempre più esilaranti. E non è tutto: l'antieroe di turno, infatti, non è l'unico personaggio controllabile e ciascuno dei soggetti che si avvicendano di missione in missione ha una sua sottotrama e un suo perché. Il figlio del protagonista è un perfetto idiota che ha l'unico (discutibile) talento di cacciarsi in guai sempre più grossi e potenzialmente letali, mentre il sicario assoldato a un certo punto della storia dalla compagnia è una vera macchietta.

Tra i più grandi meriti di Shakedown: Hawaii, infine, vanno obbligatoriamente annoverati anche il ritmo e l'umorismo. Il gioco propone continuamente nuove cose da fare e da vedere, con sfide puramente arcade che si alternano alle operazioni gestionali, e la frenetica aggiunta di idee e meccaniche scongiura qualsiasi possibilità di imbattersi in momenti di stanca. Lo humour dello sviluppatore, da parte sua, è quello che gli yankee definirebbero 'over the top': Provinciano si prende gioco di tutto e tutti, senza prendere neanche sé stesso e il suo gioco sul serio, e le battute sembrano non avere mai fine. Il risultato, come dovrebbe essere ormai chiaro, è un autentico e genuino spasso.

[Goliath]


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