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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Nintendo Super NES
Super Off Road
Tradewest | John Buckley | Tony Pomfret | Michael Webb | Lyndon Brooke
25 06 2017

Non mi posso definire un amante di Super Off Road e, se è per questo, nemmeno di qualsiasi gioco di guida analogo, con la classica inquadratura dall'alto e le automobiline microscopiche che corrono lungo circuiti contorti. Ma è solo una questione di gusti, come dimostra la passione del tutto contraria del nostro Shrapnel. Mi ricordo però del cabinato a tre volanti di Ivan 'Ironman' Stewart's Super Off Road che si trovava, alla fine degli anni ottanta, nel retro del bar locale e di quanto ci si divertiva a sfidare qualche amico e l'invincibile truck Toyota controllato dal computer. Mi viene in mente, allora, che la mia avversione riguarda soprattutto le conversioni su console di questo tipo di gioco, evidentemente destinato a un uso collettivo, a una sala giochi e quindi ineluttabilmente legato a un'altra era (trenta anni sono tanti).

C'è da dire che questa versione Super Nintendo di qualche tempo dopo (1992) faceva di tutto per mantenere in vita le vecchie sensazioni, grazie a un recupero decentemente fedele della brillante grafica originale e a una modalità per due giocatori che almeno in parte riprendeva la cosa migliore del coin-op. Il problema è che l'impostazione elementare delle competizioni, basate sull'imitazione dei circuiti brevi e curvilinei delle vere gare di cross, era sicuramente adatta a partite altrettanto brevi e intense, come quelle che si potevano avere in sala giochi, ma non lo era in caso di utilizzo frequente, come succedeva sulle console casalinghe. In questo caso (anche perché nelle camerette da teenager spesso si giocava da soli e i collegamenti online erano una lontana chimera) la ripetitività emergeva in pieno ed evidenziava la scarsa caratterizzazione, grafica ma non solo, di circuiti costruiti a partire da elementi prefabbricati e di auto off-road praticamente identiche.

Con sedici piste e con sole quattro auto in gara la struttura di gioco con corse a premi e modifica progressiva dei veicoli non ce la fa comunque a rendere viva la competizione, nonostante una grafica che sfrutta al massimo i pochi tratti visivi disponibili, a dispetto degli ostacoli disseminati un pò dovunque e a causa di un audio decisamente monotono. A poco serve anche il livello di difficoltà alto: dopo qualche tentativo andato a vuoto la tentazione è infatti quella di lasciare perdere e passare a qualcosa di più appetitoso. Alla fine Super Off Road si dimostra quello che è: un piccolo gioco, immediatamente fruibile, che solo nella versione coin-op è stato in grado di andare al di là della sua natura, grazie a un cabinato bene impostato e a una eccellente modalità multiplayer.

[NO1]


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