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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Nintendo Super NES
F1 ROC II - Race of Champions
Seta | Noboru Harada | Tetsuo Mochizuki
01 06 2014

Una volta stabilito che F1 ROC II - Race of Champions (Exhaust Heat II in Giappone) non è il miglior racer a girare a 16 bit, data la concorrenza più che agguerrita (concorrenza che includeva esemplari di svariata natura come F1 Circus, F-Zero, Super Mario Kart, Road Rash, Super Hang-On, Super Monaco GP), resta da capire perché diavolo continui a sembrare la simulazione più plausibile tra tutte quelle presenti sulle vecchie console. Ipotesi: il racer Seta, pur rappresentando un tipico esempio di conflitto tra occhi e fegato dei giocatori, con un contrasto netto tra lo spettacolo e una funzione biliare compromessa dalla mediocrità della sua intelligenza artificiale, gode però di una rifinitura che pochi giochi analoghi potevano vantare. Un utilizzo da manuale del famigerato Mode 7 Nintendo, con un 3D simile a quello di F-Zero, una velocità anche troppo elevata, un'abbuffata di auto e di competizioni varie e una struttura del gameplay per una volta non rachitica lo facevano infatti avvicinare, per molti versi, più ai giochi della generazione successiva che a quelli contemporanei.

Il suo predecessore era già stato un outsider raffinato, sicuramente afflitto da grossi problemi di distribuzione, ma comunque in grado di guadagnarsi una quota insperata di appassionati un po' dappertutto. F1 ROC II, però, lo migliora in quasi tutti i campi, a parte quello della distribuzione, ancora più deficitaria (niente versione PAL, stavolta). Tre diverse leghe in cui gareggiare tra prototipi, vetture a ruote scoperte e monoposto vere e proprie, sedici circuiti originali più quelli ufficiali del Campionato Mondiale F1, team automobilistici di fantasia ma anche i prestigiosi marchi McLaren, Benetton, Ferrari e Williams a disposizione per portare avanti la propria carriera di pilota. Carriera che inizia con le gare piuttosto semplici del Gruppo C per proseguire poi, in caso di successo, con la F3000 e la Formula 1 classica, in una progressione che anticipa per certi versi quella che sarà poi appannaggio dei Gran Turismo dei tempi della PlayStation. Ma le differenze rispetto al primo episodio non si fermano qui: lo stesso miglioramento delle auto, ottenibile mediante i premi conquistati nelle varie gare, non è più basato sul semplice acquisto di parti meccaniche quanto piuttosto sulla gestione oculata di un team di ricerca, con risultati tra l'altro non sempre felici, che dipendono molto dal tempo e dal denaro immessi nell'impresa.

Alla fine F1 ROC II finisce forse per assomigliare più a un F-Zero evoluto che al suo antesignano. Basta considerare il modello di controllo sulle vetture, qui ancora più vicino a quello dei prototipi a sospensione magnetica di F-Zero che a quello delle auto da corsa (non si punta certo al realismo: ci si gira in un fazzoletto e in curva sembra quasi di correre sul ghiaccio). Anche il ricorso ai 'pit stop' assume un significato più importante di prima, con passaggi nelle 'pit lane' che servono non solo a riparare i danni subiti, ma anche a cambiare le gomme, con esiti spesso decisivi sul risultato delle corse. La risposta ai comandi continua poi a rivelarsi più che accettabile, una volta fatto l'occhio alle derapate e capito quanto sia importante il miglioramento progressivo delle auto. Resta il problema dell'intelligenza artificiale, ancora organizzata a favore dei piloti controllati dalla CPU e incapace di tenerne a bada traiettorie assassine e comportamenti pirateschi. Ma a parte questo bisogna riconoscere che i programmatori Seta (con Mitsuhiro Takeda come designer dei tracciati e Jun Fujimoto come produttore), grazie anche all'utilizzo di un chip DSP sviluppato da NEC, sono comunque riusciti nell'impresa di realizzare una simulazione matura, anche graficamente parlando, con sprite verosimili, panorami un po' spogli ma molto colorati e uno scorrimento fluido in 3D/Mode 7 che sarà poi raramente replicato sul 16 bit Nintendo. Più articolato di tanti suoi concorrenti, grazie alle opzioni concesse e a un impianto di gioco superiore alla media, immediato nella sua impostazione arcade e coriaceo quanto basta, F1 ROC II può quindi ancora rivelarsi una delle maggiori sorprese concesse dal Super Nintendo.

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