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Nyabot Nyabot è praticamente un fantasma, qualcuno della cui esistenza gli stessi redattori di A.Rea. 21 dubitano spesso e volentieri. Compare di tanto in tanto, recensisce qualcosa e poi svanisce di nuovo, probabilmente per tornare nelle tenebre da cui era improvvisamente spuntato. Se lo incontrate, non fidatevi della sua apparenza tenera e coccolosa: tiene sempre in serbo un'ascia da lanciare all'indirizzo dei curiosi...

Atari 2600
Phoenix
Atari
08 07 2013

Phoenix è celebre principalmente per esser stato uno dei primi giochi da bar a introdurre il concetto del boss, se non il primo in assoluto, e per aver inaugurato (insieme a un paio di suoi contemporanei) l'epoca del colore nei coin-op. I suoi meriti, a ogni modo, vanno al di là di quanto appena riportato: Phoenix è ancor oggi appassionante quanto lo era all'epoca, grazie a una struttura di gioco ben calibrata, a un ritmo svelto e frizzante e a una varietà sconosciuta alla maggior parte della sua concorrenza diretta. Caratteristiche indubbiamente difficili da replicare su un hardware decisamente meno prestante di quello della macchina da bar, ma miracolosamente sopravvissute nel passaggio dal coin-op all'Atari 2600.

La versione domestica di Phoenix si fa notare sin dal primo approccio per la ricchezza grafica e per un audio non particolarmente denso, ma comunque efficace. È procedendo nel gioco, però, che si può apprezzare la fedeltà dell'adattamento. I cinque livelli dell'originale da bar rispondono all'appello con puntualità sul 2600 e offrono quindi due scontri con le piccole Fenici, altrettanti combattimenti con quelle più grandi e una spettacolare battaglia finale in cui è necessario fiaccare le difese dell'astronave madre aliena per poi colpirne il pilota. Fatto questo, il gioco riparte da capo con un livello di difficoltà più elevato, come da tradizione per i titoli da bar dei primi anni 80, ma ciò non vuol dire che corra il rischio di annoiare sul lungo periodo.

Del gradevolissimo ritmo dell'azione s'è già detto in apertura, ma sono i dettagli a rendere indimenticabile Phoenix. L'imprevedibilità delle Fenici, tanto in termini di schemi di movimento quanto in materia di frequenza di fuoco, contribuisce a mettere in scena una vera guerra di riflessi, a dispetto di una difficoltà iniziale tutt'altro che proibitiva. La possibilità di innalzare uno scudo temporaneo per ripararsi dagli uccelli lanciati in picchiata contro la navetta, da parte sua, aggiunge un pizzico di differenziazione (resa possibile dalla mobilità delle Fenici e dalla loro aggressività), così come riesce a fare con successo l'impiego di nemici più evoluti nel terzo e nel quarto livello. Le Fenici di maggiori dimensioni possono infatti essere uccise soltanto con un colpo diretto al corpo: le ali sono ugualmente suscettibili al fuoco della navetta, ma la loro perdita non causa la morte della Fenice che, al contrario, è in grado di rigenerare le appendici perse con l'accompagnamento di un apprezzabile effetto grafico. Lo scontro con l'astronave madre, infine, è ancora emozionante e intenso: non può vantare la stessa complessità visiva dell'equivalente battaglia finale già apprezzata sulla macchina da bar, ma tenendo nella giusta considerazione le capacità del 2600 può essere senz'altro definito come uno dei momenti più brillanti nella storia della console prodotta da Atari.

[Nyabot]


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