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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Sega 32X
Star Wars
Sega | Lucas
15 07 2012

Il 32X Sega era stato forgiato nelle colline del Giappone dai mistici monaci di P'ting. "Facciamolo bene e facciamolo a forma di fungo": questa era l'idea di partenza. Sfortunatamente il 'sense of humour' dei monaci P'ting è del tipo che comporta risate ai funerali e ammiccamenti di fronte a un incidente grave. Così, con una certa malizia, i nostri produssero un coso nero che funzionava poco e male (il rapporto tra il Mega Drive e il suo accessorio fungiforme a 32 bit è sempre stato difficile, fra contatti elettrici che non prendevano e incompatibilità inattese) e per di più con una quota di software al limite della decenza.

OK, il giocatore medio si compra un gioco ogni tre mesi, ma non ci si poteva certo aspettare, lungo la biennale vita del 32X, di ritrovarsi con una quarantina di titoli in tutto, e certamente non tutti etichettabili come capolavori. L'esordio comunque qualche speranziella l'aveva suscitata e, tra annunci iperbolici e qualche certezza (Virtua Racing), qualcuno il 32X se l'era comprato. Così, tenendo le dita incrociate, i pochi coraggiosi si decisero ad aprire la scatola di Star Wars (noto anche come Star Wars Arcade, come da logo sulla confezione), magari chiedendosi perché mai Sega avesse scelto proprio un coin-op tutto contorno e niente contenuto per l'esordio della sua piattaforma a 32 bit. In effetti Star Wars non aveva incontrato il successo sperato in sala giochi: shooter basato su una grafica a poligoni non scarna, ma sorpassata poco tempo dopo da quella della nascente e domestica PlayStation, l'ennesimo omaggio al film di Lucas aveva pure il difetto di risultare abbastanza breve e inconsistente. Forse la scelta del marketing derivava da un obiettivo finale prudente: il 32X sembrava infatti in grado di riprodurre una grafica, quella del coin-op, non drammaticamente distante dal 3D delle vecchie console, Super Nintendo e Mega Drive in testa. E in effetti tra TIE Fighter, intercettori imperiali e asteroidi, all'inizio sembra di muoversi tra gli spazi del nintendiano Starwing, con lo stesso meccanismo di scorrimento su binari, anche se qui i poligoni nudi lasciano spazio alla novità del texture mapping.

Basta però dare un'occhiata alla scena centrale del nostro Star Wars, quella dell'attacco alla Death Star, per rendersi conto che il dettaglio grafico non è certo quello concesso dalle console a 16 bit: il salto generazionale in questo caso si vede e l'illusione di stare dentro al film è forte. Per di più Sega si era pure decisa ad apportare qualche modifica al gioco originale, come si può notare dalla presenza di una modalità prodotta proprio per questa conversione. Niente di rivoluzionario, ma abbastanza per rendere più lunghi e frequenti gli scontri tra i ribelli e le astronavi dell'Impero, con conseguente rimpolpamento del gameplay e una maggiore durata degli otto livelli, grazie anche alla buona opzione per 2 giocatori. Il 32X, insomma, il suo dovere lo aveva fatto: dal punto di vista visivo non siamo distanti dal coin-op (con minore fluidità di movimento e più pop-up), da quello audio nemmeno (la qualità è quasi da CD, anche se il tema di John Williams viene ripreso allo sfinimento) e lo stesso si può dire dei controlli (è però consigliabile il ricorso al joypad a sei tasti). Tutto a posto, quindi? Se si tiene conto della tempistica di uscita, direi di no. Lanciato a dicembre del 1994, Star Wars, come tutto quello che riguardava il 32X, andava a scontrarsi con la contemporanea uscita giapponese della PlayStation e del suo fenomenale Ridge Racer: abbastanza per rendere improponibile tutto il progetto Sega, peraltro già in difficoltà con la nuovissima console di punta, quel Saturn che col fungoide 32X condivideva processori e architettura interna e avrebbe condiviso pure un destino funesto (ingiusto?).

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