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Nyabot Nyabot è praticamente un fantasma, qualcuno della cui esistenza gli stessi redattori di A.Rea. 21 dubitano spesso e volentieri. Compare di tanto in tanto, recensisce qualcosa e poi svanisce di nuovo, probabilmente per tornare nelle tenebre da cui era improvvisamente spuntato. Se lo incontrate, non fidatevi della sua apparenza tenera e coccolosa: tiene sempre in serbo un'ascia da lanciare all'indirizzo dei curiosi...

Atari 5200
Rescue on Fractalus!
Atari | Lucas | David Fox
04 10 2012

Un team di sviluppatori più brillante della media, spesso, fa centro al primo colpo e si distingue immediatamente per le sue capacità, pur non potendo contare su un esteso catalogo di uscite precedenti. Quando la neonata divisione dedicata ai videogiochi dell'impero di George Lucas fece irruzione sul mercato, di conseguenza, fu subito chiaro che tutte le maggiori software house dell'epoca avrebbero dovuto fare i conti con un nuovo gigante del settore. Rescue on Fractalus!, in particolare, fu uno dei primi due giochi prodotti da quella che si chiamava allora Lucasfilm Games: l'altro era Ballblazer e in entrambi i casi la stampa specializzata e il pubblico pagante rimasero a bocca aperta.

Rescue on Fractalus! narrava di una difficile missione di recupero che vedeva il giocatore ai comandi di una navetta e lo incaricava di scendere sulla superficie di un pianeta ostile, esplorarne gli intricati canyon e localizzare i piloti dispersi tra le rocce. Lo scenario veniva costruito davanti agli occhi del giocatore con la tecnica dei frattali e, pur apparendo ormai primitivo, era a dir poco spettacolare per gli standard della prima metà degli anni 80. La sensazione di immersione, aiutata dalla visuale in prima persona e dal ricco cockpit della navetta, era praticamente priva di rivali (soprattutto su console), mentre le numerose sfaccettature della struttura di gioco aggiungevano ulteriori livelli di profondità alle missioni. I piloti in attesa d'aiuto, per esempio, non erano quasi mai visibili al primo colpo d'occhio e dovevano essere rintracciati con l'aiuto degli strumenti; erano inoltre destinati a soccombere ben presto alle condizioni ostili dei pianeti alieni, il che implicava la necessità di trarli in salvo entro un limite di tempo piuttosto breve.

Localizzare i compagni da far salire a bordo della navetta, comunque, costituiva solo la parte iniziale della missione. Ogni naufrago spaziale andava infatti salvato tramite una precisa sequenza di azioni, riassumibili nell'atterraggio, nello spegnimento dei sistemi di bordo del vascello e nell'apertura dei portelli. Il sistema di controllo di Rescue on Fractalus! ne sosteneva quindi il gameplay con un'articolazione sconosciuta alla stragrande maggioranza dei giochi per console, facendo segnare un altro punto a favore del titolo coprodotto da Atari e dagli studi Lucas.

Fu proprio George Lucas, tra l'altro, a dar consigli ai suoi uomini al fine di incrementare la varietà dell'avventura. Laddove il gioco inizialmente prevedeva unicamente il volo e il salvataggio, Lucas suggerì di introdurre degli scontri a fuoco con gli alieni per movimentare l'azione e architettò una sorpresa che avrebbe fatto di Rescue on Fractalus! uno dei primi giochi realmente capaci di spaventare l'utente. Il padre di Guerre Stellari, in breve, concepì l'implementazione di falsi piloti, ovvero alieni travestiti da compagni del giocatore che ne avrebbero distrutto la navetta una volta caricati a bordo. Il loro imprevedibile aspetto orripilante, la varietà del gioco (che prevedeva anche vascelli nemici suicidi e missioni notturne) e le ingenti risorse messe in campo da Lucasfilm Games, palesate dal curatissimo manuale e dall'altrettanto attraente confezione del gioco, si scontrarono però con l'inettitudine di Atari, che finì per pubblicare la versione 5200 di Rescue on Fractalus! in ritardo e tarpò in parte le ali a un titolo che avrebbe fortunatamente trovato miglior fortuna con le successive conversioni sui più popolari home computer degli anni 80.

[Nyabot]


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