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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Nintendo Super NES
On the Ball
Taito
21 12 2009

Tutti noi abbiamo le nostre debolezze. Ad esempio musicali: a me piacciono ancora i Soft Machine (eh, sì), Frank Zappa e Nick Drake. E tornando nel seminato ho un debole per Rampart (eh, sì), Sensible Soccer e Gauntlet. Shrapnel, da parte sua, mi aveva sempre parlato benissimo di Cameltry - fatto che mi lasciava piuttosto interdetto, non riuscendo nemmeno a collegare il misterioso titolo con qualcosa di intravisto. Fino a quando mi è toccato in sorte questo On the Ball, saltuariamente frequentato, ma mai identificato col suo nome di battesimo nippon (Cameltry, appunto).

Il quale è un puzzle/action game tra i più bizzarri mai apparsi sul Super Nintendo, alla pari con pochi altri titoli simili lanciati su console più evolute, come il Kula World della prima PlayStation o il Monkey Ball di qualche tempo fa. Bizzarro, ma tecnicamente da non sottovalutare, comunque, con un ottimo Mode 7 made in Nintendo che qui viene utilizzato essenzialmente per le rotazioni e molto meno per il 3D. Perché l'obiettivo di On the Ball è assolutamente semplice e non richiede nemmeno acrobazie tridimensionali: trattasi in pratica di portare una pallina dall'inizio alla fine di un labirinto rotante (su un solo piano, e non lungo i tre assi del 3D come nel Kula World di cui sopra o come, per altri versi, in Marble Madness), facendola scorrere grazie alla forza di gravità e cercando di evitare ostacoli e trappole. Un po' come succedeva in quelle macchinette da bar in cui il labirinto veniva inclinato mediante manopola, la pallina era di ferro ed evitare le buche sparse lungo il percorso era impossibile (insomma, non proprio così, ma quasi). Un concetto sicuramente povero, ma che richiedeva una dose massiccia di pazienza per arrivare al traguardo.

Come in questo On the Ball che quindi, come ogni esemplare arcade, non brilla certo per profondità, ma anzi per sua natura è fatto per riprese di gioco intense e rapide. In ogni caso, per condire un piatto che potrebbe risultare troppo semplice per gli appetiti più robusti, i programmatori hanno pensato bene di pepare il tutto con bonus positivi e negativi, limiti di tempo, blocchi da evitare o frantumare, punti di rimbalzo, percorsi alternativi. Perché alla fine, come nella migliore tradizione, qui quello che conta davvero è migliorare tempi e record. Se non fosse per questo, On the Ball risulterebbe rapidamente noioso e poco longevo (mentre invece si rivela ancora uno dei passatempi più gradevoli proprio nella sua leggerezza, grazie anche all'impeccabilità dei comandi). Un cenno alla variante per due giocatori: è un'occasione persa, perché qui ce la concedono solo a turni, mentre se c'è un gioco che poteva risultare travolgente se si fosse ricorso a un semplice split screen, questo è proprio il nostro misconosciuto Cameltry. Come dicevamo, davvero fantastico come appetizer, un po' meno se si vogliono bistecche di manzo da due dita.

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