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Nyabot Nyabot è praticamente un fantasma, qualcuno della cui esistenza gli stessi redattori di A.Rea. 21 dubitano spesso e volentieri. Compare di tanto in tanto, recensisce qualcosa e poi svanisce di nuovo, probabilmente per tornare nelle tenebre da cui era improvvisamente spuntato. Se lo incontrate, non fidatevi della sua apparenza tenera e coccolosa: tiene sempre in serbo un'ascia da lanciare all'indirizzo dei curiosi...

Atari ST
Rolling Thunder
U.S. Gold | Tiertex
08 09 2007

L'influenza di Electronic Arts sul territorio europeo era ancora relativamente ridotta nella seconda metà degli anni 80, perlomeno nell'ambito degli home computer a 8 e 16 bit, il che fece sì che a darsi battaglia per il controllo del mercato dei videogiochi fossero principalmente Ocean e U.S. Gold. Due compagnie entrate nella leggenda e ancor oggi ricordate con chiarezza dai videogiocatori di vecchia data, ma estremamente diverse tra loro per organizzazione e impostazione generale. Eppure, a dispetto di tali differenze, Ocean e U.S. Gold operavano per certi versi in modo simile, affidando per esempio alcune conversioni di indubbia importanza a team altrettanto indubbiamente incapaci di rendere giustizia al materiale d'origine. Rolling Thunder, per esempio, era un coin-op di primissimo piano, ma U.S. Gold scelse di metterlo nelle sciagurate mani di Tiertex.

Oltre a essere dei programmatori tutt'altro che straordinari, soprattutto se paragonati a quelli in forza a gruppi di sviluppo ben più talentuosi, gli uomini di Tiertex dovevano avere anche qualche serio problema di vista. Come sarebbe possibile spiegare, altrimenti, la conversione di Rolling Thunder sull'ST? Quello che in sala giochi era un titolo coloratissimo e chiaramente influenzato dallo stile dei manga dell'epoca, infatti, era divenuto sul 16 bit di Atari un prodotto smorto e grigio, tanto triste quanto poco somigliante al coin-op originale. L'atletico agente Albatross, per esempio, sembrava affetto da una gravissima forma di anemia e i suoi avversari, che in sala giochi erano dotati di tenute di diversi colori (utilizzate tra l'altro per indicarne le abilità specifiche), avevano accesso a un unico completo. E non finisce qui, perché la povertà cromatica non costituiva che l'inizio dei problemi di un adattamento partorito sicuramente in fretta e furia.

Gli altri difetti di Rolling Thunder per ST, infatti, erano quelli solitamente associati alle produzioni targate Tiertex, ovvero un sistema di controllo rigido quanto una salma (e quindi orrendamente inadeguato a un titolo come Rolling Thunder, notoriamente piuttosto coriaceo), un'area di gioco assai ristretta e una programmazione che definire poco pulita sarebbe un gentile eufemismo. Il tutto, tanto per gradire, era poi accompagnato da una lentezza generale a dir poco snervante, nonché pienamente colpevole del crudele atto di mettere l'ultimo chiodo sulla bara di un gioco che, foss'anche stato velocissimo, sarebbe risultato ugualmente tremendo.

[Nyabot]


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