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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Nintendo Super NES
Super Probotector: Alien Rebels
Konami
07 05 2008

Tutto sommato una guerra interplanetaria potrebbe essere più divertente se combattuta a piedi, come una guerriglia qualsiasi. Molto più personale di uno spara spara tra navi stellari, e vuoi mettere il gusto di schiantare un alieno faccia a faccia? Stiamo parlando poi di interi battaglioni di marziani o similari che cercano di tirare lo stesso scherzo a te. Così niente rimpianti, la coscienza resta pulita: la missione, semplice semplice, è quella di riportare in fretta la densità della popolazione terrestre su parametri più normali.

Questo era uno dei motivi dominanti all'interno dei coin-op 'fine ottanta', con decine di giochi arcade impegnati a ripetere questo schema. La serie Contra (Konami), però, merita un discorso a parte, se non altro perché è stata una delle più folgoranti di tutti i tempi. La stragrande maggioranza dei veterani alla fine ha giocato o comprato Contra in qualcuna delle sue numerose forme, e di sicuro tutti, anche i più scafati, si ricordano quanto questi platform shooter fossero duri da masticare. Il loro gameplay richiedeva da sempre riflessi fulminei e livelli di adrenalina da ospedalizzazione, ma per questo Super Probotector (Contra 3 negli States), che arrivava dopo due coin-op, due versioni a 8 bit e una per Game Boy, Konami pensò bene di integrare il tran tran da massacro con qualche elemento di strategia e soprattutto con un paio di livelli in Mode 7 caratterizzati da un sistema di controllo diverso rispetto a quello degli altri stage. La gestione dei comandi, in tutti e due i casi, è comunque perfetta: sia che si tratti di dirigere i colpi in otto direzioni diverse lungo scenari bidimensionali iper affollati, sia che si tratti di sfruttare i tasti dorsali del joypad quando si passa a paesaggi inquadrati dall'alto, il risultato finale è sempre esemplare (e non potrebbe essere altrimenti, se si vuole passare incolumi attraverso un volume di fuoco difficilmente sostenibile). Al confronto la versione per PlayStation di quattro anni dopo sembra un gioco da bambini, come articolazione e difficoltà.

Tanto per essere chiari, qui la definizione classica di sparatutto (sparare a tutto quello che si muove) non rappresenta un modo di dire: bisogna davvero sparare a tutto quello che si muove e al più presto, con una immediatezza che esclude qualsiasi ripensamento e va a sfiorare gli automatismi da pratica zen. E, in effetti, per avere una qualsiasi speranza di successo in Super Probotector è indispensabile entrare in una trance agonistica molto vicina all'ipnosi: ad ogni nuova sezione di gioco ci si ritrova di fronte a passaggi disperanti e più che starsela a menare troppo, dopo aver selezionato le armi più adeguate, bisogna buttarsi nella mischia e amen. Sei i livelli da incubo, e se vi sembrano pochi buttate in pasto a Super Probotector uno qualsiasi degli attuali giocatori new age cresciuti a forza di WiiFit, e guardatelo annaspare già ai primi metri del primo stage e al primo dei tre gradi di difficoltà. In somma, come Castlevania, questo è un classico in tutte le sue accezioni, inclusa l'anzianità dei suoi concetti di base (uscita targata 1992 e programmazione partita ai primordi del Super Nintendo: con questi dati anagrafici c'è da meravigliarsi per la bontà di grafica, sonoro e presentazione, incluso un ottimo 2-player mode). Se dopo anni di libretti di istruzioni pesanti come mattoni e dopo migliaia di combattimenti a turni non ce la fate più, allora la migliore cura disintossicante è proprio il vecchio Super Probotector sull'altrettanto vecchio Super Nintendo.

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