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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Sega Mega Drive
Mick & Mack as the Global Gladiators
Virgin
04 12 2006

Mick e Mack sono le star di un altro platform messo in piedi per volontà di marketing della McDonald's, courtesy of Virgin Games via Megadrive (1992). E anche questa volta i due improbabili protagonisti vengono reclutati dall'inquietante clown Ronald McDonald tra un cheeseburger e un six-pieces di pollo fritto: i nostri eroi risultano però improbabili non tanto di per sé, quanto per l'assoluta astrusità della loro avventura, la volontà cioè di liberare McDonaldland dai numerosi agenti inquinanti che la soffocano (come se gli OGM venissero utilizzati solo dagli allevatori di manzi della bassa Lucania e non da quelli del Texas, e le tonnellate di patate del Wisconsin venissero coltivate amorevolmente senza pesticidi).

Fatto sta che, armati con pistole a spruzzo cariche di detergente, apparentemente Lysoform arancione, i due ragazzini (o meglio uno, perché alla faccia del titolo qui non esiste nessun 2-player mode) si ritrovano a zompettare vispamente tra panorami a piattaforma e mucillagini verdognole, raccogliendo gli archetti-logo tanto cari a McDonald's ed eliminando mostriciattoli, fangosità varie e i folli castori che continuano a distruggere la foresta pluviale. Mentre il messaggio ambientale appariva un pelino fuori fuoco (dopo tutto, siamo sicuri che siano proprio i castori e non gli allevatori di bestiame i responsabili della scomparsa di intere fette di foresta pluviale?), David Perry e i suoi allegri compari riuscirono in Mick and Mack a dare una prima spallata allo schema dei platform, anche se solo esteticamente parlando.

Non si può infatti negare che Mick & Mack as the Global Gladiators sia stato uno dei titoli più spettacolari del Megadrive, tanto che ancora adesso se ne riesce a percepire la classe e la pulizia della presentazione: sprite grandi, animazioni eccellenti, musiche orecchiabili, ottimi effetti e un senso generale di organicità, per così dire, della grafica, che riusciva a dare un'illusione di naturalità del paesaggio e che anticipava la complessità del successivo e fortunato Earthworm Jim. Tra l'altro qualcosa della follia semirivoluzionaria del classico di Shiny Entertainment, uscito un paio di anni dopo quando Perry era diventato ormai una superstar, poteva essere rintracciato anche qui. Ma il punto forte di Global Gladiators lo si doveva andare a cercare nell'ottimizzazione del gameplay, liscio come il sedere di un bebè: la collisione tra sprite era eccellente, la risposta ai comandi pure, il motore di gioco pescava il meglio da quello già ideato da Yuji Naka per Sonic, anche se il meccanismo a tempo non richiedeva gli stessi ritmi e i numerosi trabocchetti comportavano un'esplorazione più ragionata (come la possibilità, allora originale, di fermarsi per dare uno sguardo verso il basso stava a testimoniare).

Sicuramente meno popolare rispetto agli altri titoli di Perry per Megadrive, Global Gladiators finisce invece per spuntarla, a distanza di anni, proprio per la sua linearità, pulizia e giocabilità, a fronte di una complessità e involuzione dei labirinti che andrà poi sempre ad aumentare nei pirotecnici lavori di Shiny. Il problema semmai, come era stato immediatamente segnalato ai tempi, è che, proprio a causa di questa sua facilità di gioco, arrivare in fondo alle quattro aree e alla dozzina di livelli presenti non rappresenta in genere un grosso problema: d'altro canto i tre livelli di difficoltà non sono là senza motivo e nessuno vi obbliga ad utilizzare quelli più semplici. I due gladiatori della globalizzazione (!), insomma, se di sicuro non sono riusciti a migliorare il mondo (e nemmeno la reputazione ambientalistica di McDonald's), hanno avuto comunque il merito di portare avanti uno dei platform più divertenti del Megadrive e, ovviamente, la carriera di David Perry.

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