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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Sega Mega Drive
Sonic the Hedgehog Spinball
Sega
17 10 2006

La quota di denaro cash che Sonic era in grado di portare in cascina nei primi anni novanta faceva davvero girare vorticosamente la testa a tutti quelli del marketing Sega. Sonic stesso finì per incrementare la sua capacità di vorticare, fino a trasformarsi in pallina, in questo spin-off flipperistico lanciato a Natale 93, tra il secondo e il terzo episodio della saga e in mezzo a critiche feroci dovute all'abbandono della formula vincente. Prima variante ufficiale delle tante elaborate da Sega, Sonic Spinball (come era noto in forma abbreviata) ha proprio in questa sua volontà di cambiamento il suo merito maggiore, come ha nella sua strana carenza di ottimizzazione grafica e sonora il suo difetto più evidente, con fondali ricchi di particolari ma spesso tendenti allo scuro e con musichette poco catchy.

Direttamente ispirato dalla Casino Night Zone di Sonic 2, Sonic Spinball vede ancora una volta tornare alla ribalta il perfido Dr. Robotnik, come sempre ossessionato dal tentativo di trasformare gli animali in strani robot ai suoi ordini diretti. Stavolta però lo scenario è profondamente cambiato rispetto al passato: al posto dei livelli in linea che popolavano i primi due platform della serie, compare la gigantesca fortezza vulcanica Veg-O-Fortress, come da ottimo filmatino introduttivo, all'interno della quale al porcospino blu toccherà di perlustrare quattro livelli (quattro tavole da flipper ben differenziate e parecchio articolate, a voler dire la verità) alla ricerca dei tradizionali Chaos Emerald e bonus vari. Sonic resta ovviamente armato con l'abituale set di mosse speciali, a cui si vanno però ad unire altre capacità particolari, forzatamente legate al diverso contesto.

Questa maggiore varietà deve essere imputata alla natura ibrida del gioco, che va a mettere insieme tutto quello che si può richiedere ad un flipper con le strutture complesse ed esplorabili presenti nei platform. Le tavole si estendono infatti per più quadri, fino a diventare leggermente labirintiche e con sezioni in cui al nostro eroe toccherà semplicemente di correre o aggrapparsi rinnegando parzialmente la sua nuova natura di biglia umana (o meglio, biglia animale). In ciascuna delle quattro zone è poi presente, come dicevamo, un numero variabile di smeraldi (da tre a cinque), il cui ritrovamento permetterà di accedere allo scontro finale col boss di turno: una volta finita la lotta si passa alla tavola successiva. La struttura potrebbe quindi apparire molto lineare, ma in realtà va parecchio oltre l'ortodossia di una normale simulazione di flipper: i livelli, soprattutto quelli finali, sono molto estesi, la conquista degli smeraldi non è semplice come si potrebbe supporre, con tanto di piccoli enigmi e trappole varie inserite per complicare la ricerca, mentre poi, a condire il tutto, gli sviluppatori hanno pensato bene di inserire anche una serie di quadri bonus da affrontare per gonfiare il proprio punteggio.

E il punto è proprio questo: come molti titoli dell'epoca, questo è appunto un gioco da punteggio e non dovrebbe essere quindi condannato, come è stato regolarmente fatto, per una carenza di longevità nuda e cruda. Certo che qualche livello in più non avrebbe fatto male a nessuno, e certo che i soli quattro presenti non possono resistere a un attacco intensivo per più di tre/quattro giorni (è presente comunque un'opzione per aumentare velocità e difficoltà della sfida). Ma la filosofia del gioco, come d'altra parte quella di un vero flipper, non è questa: Sonic Spinball, prendere o lasciare, è un piccolo divertissement, una variante leggera da un tema classico, un passatempo da affrontare per sciacquarsi il cervello in attesa di qualcosa di più sostanzioso da addentare.

[NO1]


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