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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Nintendo Super NES
Spectre
Gametek | Synergistic
12 02 2007

Siamo onesti: Spectre ha un aspetto terribile. Tutto è molto scuro, il campo di gioco è una semplice scacchiera nero-viola-blu, gli ostacoli tendono al cubismo assoluto e gli avversari assomigliano più a quelle soap box con ruote guidate in discesa dai ragazzini che a veri carri armati. Confessare che per me questo è uno dei titoli più divertenti del Super Nintendo sarà imbarazzante, ma (so che questi sono discorsi fuori moda) alla fine delle fiera Spectre ha dalla sua qualcosa di fondamentale: il gameplay (oh yes).

Spectre comincia subito col proiettarsi in un ciberspazio da Hollywood anni ottanta, e già questo, unito alla oscurità di cui sopra, certo non contribuisce ad una buona predisposizione da parte di un eventuale videogiocatore dei giorni nostri. Una volta saltata la sezione dedicata alle opzioni, come tutti fanno, la dissolvenza rivela un panorama a scacchiera inquadrato in soggettiva a partire da quello che dovrebbe essere l'interno di un tank futuribile. All'orizzonte appare un altro tank che, senza tanti complimenti, comincia spararvi addosso: beccati in un fianco ci spostiamo di lato e facciamo fuoco a nostra volta, col piccolo carro armato nemico che sparisce in una nuvoletta di ciber-polvere. Ci guardiamo in giro e notiamo una bandiera: cominciamo a correre lungo la mappa sperando di conquistarla prima che due avversari, nel frattempo apparsi sul radar, abbiano la possibilità di avvicinarsi. Altri colpi cominciano a venire giù, la nostra corazza comincia a cedere, ma quella bandierina deve essere conquistata: proprio quando ci siamo sopra, però, una pioggia di granate ci becca in pieno e una voce metallica ci annuncia l'avvenuta distruzione. Finiti i crediti è game over: è stato divertente, ma in fondo nemmeno tanto.

Torniamo al quadro opzioni e cominciamo a girarci intorno, questa volta però con una certa attenzione. Scegliamo Custom Tank e proviamo a sistemarci per il meglio come armamenti e cose varie, poi passiamo alla sezione musicale e selezioniamo Alternative Music: che cacchio, qualsiasi cosa sia non potrà peggiorare la situazione. Poi, all'improvviso, succede quello che deve succedere. Dagli altoparlanti viene fuori un qualcosa a metà tra Wagner e una tecno primordiale e, quando il volume va su e il carro armato è finalmente maneggevole, l'illusione diventa completa: questa è una ciber-guerra, bisogna vincere, quella bandiera deve essere conquistata, bisogna ripararsi e contrattaccare, bisogna trovare i bonus point prima di esplodere, si tratta insomma di una semplice questione di uccidere subito o di essere uccisi. E in effetti è la semplicità la ragione di essere di Spectre: i quattro controlli di base sono molto facili da usare, anche sotto pressione; le varianti di gioco sono intuitive e l'unica concessione alla sorpresa è la possibilità di far saltare il vostro tank (per strano che possa sembrare, è la migliore strategia di attacco e difesa presente in Spectre, con possibilità di avvitamento in aria e atterraggi alle spalle dei nemici).

In ogni caso, in qualche modo, da qualche parte, questo piccolo shooter riesce alla fine a insinuarsi nella psiche del giocatore, con le arene del 2-player mode che arrivano ad anticipare i duelli di Quake o che, se volete, fanno fare un primo passo verso il 3D ai labirinti di Bomberman. Spectre potrà insomma non avere neanche un barlume della spettacolarità di un qualsiasi corridor game, il suo 3D libero potrà anche avere i suoi impuntamenti, i giochi basati sui carri armati non saranno certo quanto di più up-to-date si possa desiderare, ma con le sue cinque modalità di gioco (di cui quattro dedicate al multiplayer, evidentemente la cosa meglio strutturata del pacco) il suo appeal minimalista resta ancora in piedi, a distanza di una dozzina di anni dalla morte della console madre. La cosa migliore con i tank dentro, dai tempi di Kursk e in quelli a seguire.

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