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Sega Dreamcast
Dynamite Cop
Sega | Makoto Uchida | Tomoyuki Naito | Tomoaki Takayanagi | Luke Stewart | Rikiya Nakagawa
10 03 2025

Esprimere un giudizio su un gioco non sempre è un'impresa semplice: ci sono molti fattori da considerare, tra cui il fatto che pure i programmatori - anche se potrà sembrarvi strano - hanno famiglia. Da un'introduzione così vi aspetterete di sentire parlar male di Dynamite Cop (seguito di Die Hard Arcade per Saturn, stavolta senza alcuna licenza) e invece il gioco merita, in quanto rientra nella categoria di quei titoli capaci di regalare ore di divertimento da subito, senza dover stare a pensare di dover prendere confidenza con i comandi. Il commento sonoro, inteso come musica d'accompagnamento, passa quasi inosservato, soprattutto per la predilezione che gli sviluppatori hanno avuto nei confronti di quelle frequenze che mal si prestano a uscire dagli altoparlanti dei televisori più economici. In pratica, se volete ascoltare in modo decente le musiche del gioco dovrete collegare il Dreamcast a un sistema audio esterno. Per quanto riguarda invece gli effetti sonori veri e propri si sono rivelati molto appropriati.

Un particolare che mi è piaciuto molto è la varietà di situazioni in cui ci si può imbattere: l'umorismo che pervade alcuni frangenti specifici (tipo l'uso di armi, da lancio e non, improprie) vi potrà condurre a impepare (nel vero senso della parola) degli avversari per stordirli temporaneamente o a malmenarli brandendo uno sfilatino di pane. Anche i nemici, da parte loro, ci si mettono di buona lena: mi ha letteralmente fatto scompisciare dalle risa quando uno dei fetenti si è tolto, una dopo l'altra, le scarpe per tirarmele dietro. Se posso darvi un consiglio, prima di iniziare una nuova partita godetevi le esultanze pelviche dei nemici che vi hanno appena eliminato.

La contaminazione di più generi, già felicemente sperimentata nel primo capitolo della saga, rende questo gioco molto appetibile per i patiti del 'gameplay' frenetico. Le peculiarità proprie dei picchiaduro, comprensive di prese e 'combo', ben si accostano con i tratti caratteristici del platform; il tutto, innaffiato da umorismo e violenza, sarà capace di regalarvi parecchie ore di divertimento, anche a distanza di tempo. L'utilizzo delle armi e l'interazione con lo scenario sono i punti forti del gioco: la possibilità di malmenare, arrostire, ammanettare, far esplodere gli avventori con gli oggetti che trovate in giro rappresenta un'ottima valvola di sfogo per lo stress quotidiano. Il taglio cinematografico impresso alle scene di intermezzo rende più facile immedesimarsi (non so se è questo il termine adatto, ma rende l'idea) nel personaggio. Durante il gioco vero e proprio, invece, alcune inquadrature sottraggono qualcosa al coinvolgimento.

I particolari che caratterizzano i personaggi rendono questi ultimi sostanzialmente differenti solo nell'aspetto in quanto l'uno vale l'altro. I comandi, nella maggior parte dei casi precisi, a volte peccano in accuratezza e, in questi casi, quasi sempre vi mettono in situazioni difficili da risolvere. È molto facile oltrepassare la sottile linea di demarcazione che separa un bel prodotto da una boiata: in questo caso, anche se la curva di difficoltà s'impenna a ridosso della fine del terzo livello, il gioco rimane molto attraente.

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