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Goliath Convinto sostenitore della pixel art e della massima semplicità nelle produzioni per le macchine attuali, Goliath non disdegna comunque i videogiochi propriamente moderni. Mastica un po' di tutto, dalle simulazioni sportive agli RPG, ma ha una predilezione mai sopita per l'azione dura e pura.

[nuRetro] Sony PlayStation 5
Gimmick! 2
Clear River Games | Bitwave Games | Sunsoft
11 02 2025

Disponibile anche su:
[ PlayStation 4 | Switch | Xbox One | Xbox Series X/S | Windows ]

Annunciato a sorpresa e poi pubblicato in tempi relativamente brevi, Gimmick! 2 ha preso alla sprovvista un gran numero di amanti dei giochi d'epoca. Vuoi per la scarsa diffusione dell'originale per NES, vuoi per la conseguente (e ingiustificata) impronta ridotta lasciata nella storia dei videogiochi dal suddetto capostipite di quella che è ora a tutti gli effetti una saga, Gimmick! 2 non era di certo un prodotto sulla cui realizzazione avrebbero scommesso in molti. Le acque, a dire il vero, erano già state mosse in precedenza da Gimmick! Special Edition, ma la riproposizione del primo Gimmick! non era sufficiente a far presagire l'arrivo di un seguito. E invece...

E invece il team di Bitwave Games ha colpito ancora, facendo registrare un centro pieno anche in questa occasione. Gimmick! 2 è infatti all'altezza del suo illustre predecessore sotto tutti i punti di vista e ne rispetta totalmente l'identità, riprendendone l'irresistibile miscela di carineria e di perfidia. Carineria perché, come è evidente dalle schermate, Gimmick! 2 e il suo eroe Yumetaro sono graficamente 'tondi', coloratissimi, morbidi nel tratto e affascinanti nella stessa maniera in cui lo sono le illustrazioni per i più piccoli. E perfidia perché, esattamente come accadeva nel primo Gimmick!, anche in questo Gimmick! 2 c'è davvero da sudare per venire a capo delle avventure di Yumetaro.

Al piccolo demone verde stavolta viene chiesto di liberare la sua migliore amica, ovvero una giovane umana rapita da uno stregone malvagio. Più facile a dirsi che a farsi, ovviamente, anche perché Yumetaro non può fare affidamento su un arsenale per avanzare nelle strampalate lande popolate di mostri che si trova a dover esplorare. L'improbabile eroe può soltanto gironzolare tra le piattaforme, sfruttare l'accelerazione che è in grado di ottenere muovendosi in discesa, balzare da una sporgenza all'altra ed evocare una stella magica da scagliare poi in giro per lo schermo. Ed è proprio intorno a quest'ultima che ruota il grosso delle meccaniche di gioco, come accadeva nel resto nel primo episodio della serie. La stella può infatti essere utilizzata per annientare i nemici, ma la sua utilità non si limita a tale funzione: è possibile cavalcarla per raggiungere porzioni dello schermo apparentemente al di fuori della portata di Yumetaro (e spesso incaricate di celare segreti e oggetti da collezionare) e calcolarne con accuratezza i rimbalzi, così da risolvere i numerosi piccoli puzzle che ne richiedono il lancio di precisione.

Non c'è da stupirsi, quindi, nel constatare come i livelli siano stati disegnati in base al corretto impiego della stella. È per certi versi sorprendente, invece, la costante eccellenza nella loro costruzione: spuntoni, piattaforme, nemici, punti da colpire con la stella e anfratti nascosti si alternano con un bilanciamento praticamente perfetto e gli scenari non smettono mai di offrire spunti interessanti. L'elevata difficoltà media viene inoltre mitigata dalla presenza di generosi punti di ripartenza e dalla possibilità di ricorrere a una modalità 'assistita' che ha il merito di smorzare solo marginalmente il livello di sfida, senza cadere nella tentazione di azzerarlo (o giù di lì) per conquistarsi le simpatie di ogni possibile categoria di giocatori.

La realizzazione tecnica, infine, è inappuntabile. Lo stile grafico rinuncia alla 'pixel art' in favore di fondali e personaggi disegnati a mano, ma non perde per questo una sola briciola di fascino rispetto a quanto visto nell'originale. Le animazioni sono simpatiche e ben raccordate, l'azione è sempre leggibile e la fluidità generale non presta il fianco ad alcuna critica, con ovvi benefici per la giocabilità. Da lodare poi senza riserve anche la sezione audio, con un accompagnamento musicale scritto da David Wise (un'istituzione nel mondo delle colonne sonore per videogiochi) che sottolinea gli eventi rappresentati sullo schermo con apprezzabile discrezione.

[Goliath]


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