Nintendo N64
Pilotwings 64
Nintendo | Paradigm | Makoto Wada | Yasuyuki Oyagi | Mike Engeldinger | Dave Gatchel
19 01 2025
Devo ammettere che all'epoca ho impiegato non poco tempo per metabolizzare l'impatto, o piuttosto il mancato impatto, e venire a capo di una certa algidità di reazioni provocata da Pilotwings 64. Portabandiera del Nintendo 64 in quanto originariamente immessa sul mercato giapponese in contemporanea con Mario 64 e ripubblicata nello standard PAL al momento del lancio europeo della console, questa anomala simulazione di volo ha sempre provocato reazioni tra le più contrastanti. In un lasso di tempo tanto lungo e con tanti pareri espressi abbiamo potuto notare giudizi coprenti uno spettro estremamente ampio: si va dal "Gioco completamente cretino" al "Capolavoro assoluto" con tutte le espressioni intermedie ugualmente rappresentate. Eviteremo di porre la verità semplicemente nel mezzo, ma se anche riuscissimo a rilevare asetticamente tutti i lati positivi e negativi della situazione, alla fine e dopo una digestione così lunga dovremmo lo stesso arrivare alla domanda di base: ma Pilotwings 64 è o non è un gioco valido? E la risposta è un sì - ma, appunto, con qualche ma.
Tanto per cominciare, Pilotwings 64 (così come altri titoli della generazione Nintendo a 64 bit, che considero comunque ancor oggi tecnicamente vincenti) è per molti versi finalizzato all'uso e consumo del pubblico più giovane. Se teniamo conto di questa tendenza possiamo dire che il gioco è ampiamente su livelli di eccellenza, in particolare per la grafica, ma ha una leggera debolezza strutturale che si sarebbe potuta evitare. E così è evidente come Paradigm abbia svolto un lavoro impeccabile per quello che riguarda il comportamento dinamico dei velivoli (in particolare il girocottero o il deltaplano procurano una sensazione esilarante di verosimiglianza), ma è proprio la scelta dei mezzi a disposizione che sposta il baricentro verso un divertimento immediato, allontanandolo nel contempo dal coinvolgimento di chi cerca simulazioni più ortodosse.
Poco male nel caso del girocottero che, pur essendo un mezzo non certo fondamentale per la storia del volo e comunque con ben pochi fan, presenta un comportamento gradevolmente simile a quello di un ultraleggero. Ma se prendiamo in considerazione il jetpack posso dire onestamente che ho fatto di tutto per farmelo piacere (ho anche pensato di dover farmelo piacere), ma alla fine della giostra, tra un sistema di controllo potenzialmente molto preciso ma un po' ostico e la rigidità nella struttura delle missioni più complesse, quello che mi è rimasto è una certa indifferenza tendente all'antipatia. Per molti versi anche alcuni dei mezzi speciali utilizzati mi lasciano un po' freddo, dato che per la loro natura quasi scherzosa contribuiscono ad arricchire il gioco solo a livello epidermico (vedi gli stivali a molla, l'uomo cannone e l'uomo uccello). Teniamo anche in conto quanto poco Pilotwings 64 possa affascinare chi è alla ricerca di simulazioni ricche d'azione (non io, ma di certo non sono in pochi): questi fattori, uniti a un numero non troppo elevato di missioni, danno un'impressione globale di gioco un po' vuoto, nonostante tutte le sezioni segrete presenti.
La struttura, per così dire, narrativa (come nel primo Pilotwings si tratta di una scuola di volo finalizzata all'acquisizione di un brevetto da pilota), spezzettata e basata su singoli episodi, favorisce un uso tendenzialmente saltuario: non lo vedo quindi come un gioco che riesce a farti stare alzato tutta la notte, quanto come una vera e propria esperienza, in alcuni momenti esaltante, da provare anche più volte, ma che sul lungo periodo può risultare un po' noiosa. Ma comunque, al di là delle mie personalissime reazioni al gioco, direi che Pilotwings 64 ha svolto più che correttamente la sua funzione: quella di dimostrare, sin dalla partenza, le reali capacità tecniche del Nintendo 64. In effetti il suo impatto grafico è ancora adesso impeccabile (tralasciando un leggero pop-up nelle panoramiche più distanti), ma le reazioni provocate da un gameplay come questo dipendono molto dall'esperienza e dai gusti. Io non sono un grande fan delle simulazioni di volo più seriose e involute, ma mi avrebbe fatto piacere avere a disposizione velivoli più plausibili o semplicemente più interessanti.
[Wutky]