Nintendo N64
Excitebike 64
Nintendo | Left Field Productions | Sam Baker | Michael Lamb | Benjamin Stragnell | Edward A. Ridgeway | Henry C. Sterchi | Brent Clearman
04 01 2025
Piombato sul mercato come un fulmine a ciel sereno, Excitebike 64 non era comunque una vera sorpresa: il suo pedigree era infatti prestigioso (suo diretto predecessore era quell'Excitebike che al tempo del NES risultò decisivo, insieme ai primi Zelda e Mario, per la conquista del mercato USA) e in questi casi Nintendo raramente sbagliava il colpo del remake. Poche sorprese anche nell'impostazione di gioco: si era rinunciato al rigore puntando tutto sulla giocabilità, senza però implicare un modello di guida banale. Giocabilità che non si traduceva a ogni modo in immediatezza: la natura dei terreni, quella delle piste e delle scorciatoie determinava un livello di difficoltà non trascurabile, analogo e per molti versi superiore a quello delle classiche simulazioni rallistiche. A questo aggiungiamo che, esattamente come nel prequel, la vera chiave del gameplay era rappresentata dalla capacità di impostare correttamente i numerosi salti senza spezzare il ritmo di gara. Impresa non precisamente triviale, resa però più abbordabile da un sistema di controllo fortunatamente intuitivo.
Come spesso accade nei sequel, però, il vero punto cruciale era rappresentato dalla quantità lorda di varianti di gioco inserite a partire dal gameplay originale. In questo senso i tipi di Left Field avevano raggiunto risultati d'eccezione, essendo riusciti a stipare in una misera cartuccia parecchie piste (indoor e in esterno lungo canyon, foreste, giungle e montagne varie, con tracciati movimentati da scorciatoie e salti spettacolari), sei piloti, un campionato organizzato su tre livelli di difficoltà, una serie di modalità alternative (Tutorial, Stunt, multiplayer fino a quattro giocatori), il vecchio Excitebike originale, un Desert Mode (in cui occorre raggiungere dieci checkpoint senza l'ausilio di tracciati predeterminati), un Hill Climb Mode (le famose gare su pendii al limite del ribaltamento delle moto), un eventuale Mirror Mode, un Soccer Mode e un editor di tracciati che, per quanto schematico, riesce comunque a fornire un numero illimitato di piste decentemente realizzate (ma non molto fantasiose).
Non è poco, soprattutto se facciamo rientrare nel conto complessivo anche una realizzazione tecnica costantemente brillante e spesso superiore agli usuali standard dei titoli per Nintendo 64 (ottimamente impiantate le animazioni, molto varia la scenografia in esterno, finalmente realistiche le texture, verosimili gli effetti sonori ed evidente l'attenzione posta nell'inserire particolari non sempre considerati, come gli spruzzi di fango e terra e le foglie che cadono). Il prezzo da pagare riguardava (e riguarda ancora) essenzialmente il 'frame rate', incostante e particolarmente compromesso quando entra in scena il quadruplo 'split-screen'.
Il quadro complessivo, comunque, rimane eccezionalmente buono: le rare imperfezioni rilevabili alla lunga (improvvise sbavature nelle collisioni con il bordo pista, un'impostazione troppo lineare dell'intelligenza artificiale, musichette irritanti) procurano oggi come oggi qualche fastidio di troppo, mentre all'epoca passavano più o meno inosservate, ma il livello di giocabilità e il coinvolgimento restano sempre molto elevati.
[Wutki]