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Dan Hero Alle soglie degli 'anta, Dan Hero resta un giovane vecchio con lo sguardo e il cuore immutabilmente fissi al passato. Da una decade circa ospite non gradito sulle pagine di TGM, snocciola mensilmente sermoni irremediabilmente noiosi riguardo quanto meravigliosi fossero i videogiochi dei bei tempi andati, coltivando nel contempo il sogno di fondare una software house nichilista e creare titoli nati vecchi che nessuno giocherà.

Arcade 16 bit
Strider
Capcom | Kouichi Yotsui | Toshihiro Yamauchi | Tae Komatsu | Toshihiko Miki | Tadashi Kuwana | Kiyomi Kaneko | Tokuro Fujiwara | Shinichi Yoshimoto
10 06 2024

Verso la fine degli anni 80 il mercato arcade non era ancora arrivato al punto di rottura durante il quale tutti cercavano di cavalcare l'onda dei picchiaduro a incontri; al contrario, una significativa diversificazione contraddistingueva l'offerta a gettone. Tra gli ultimi mesi del 1988 e il 1989 escono Hard Drivin' di Atari, Operation Thunderbolt di Taito, Turbo Out Run di Sega e Tetris, il capolavoro di Alexey Pajitnov, conquista l'inizialmente diffidente frequentatore delle sale giochi. In una simile varietà, Strider riesce a spiccare nell'ecosistema arcade grazie al suo raro mix tra potenza tecnica, forte della nuova CPS di Capcom, e pura immaginazione.

Gli Strider sono un'organizzazione anti terrorismo composta da futuristici ninja e Hiryu (Drago Volante) è il più giovane cadetto a raggiungere il grado più alto. Il personaggio viene creato congiuntamente da Capcom e dal gruppo di mangaka Moto Kikaku - collaborazione che aveva già dato alla luce il design dei personaggi di Tenchi wo Kurau/Dynasty Warriors, uno dei primi giochi su CPS. Un picchiaduro basato sul Romanzo dei Tre Regni, opera storica tanto omaggiata da Koei nella sua serie Sangoku Musou. Un esperimento abbastanza dimenticabile, con i quattro protagonisti costantemente a cavallo intenti a falciare orde di piccoli sprite nemici. Il quartetto sarebbe tornato qualche anno dopo in Tenchi wo Kurau 2: Sekiheki no Tatakai/Warriors of Fate, seguito ben più godibile che ricalca la premiata formula di Final Fight.

Hiryu viene presentato in grande stile nella terra dei samurai: prima del suo trionfale ingresso nelle sale giochi debutta in un manga edito da Kadokawa Shoten sulle pagine della rivista Comic Computique. Ritirato dal sangue e dalle battaglie tra le mura di un villaggio sperduto, Hiryu viene raggiunto dal sadico Matic, coordinatore dell'organizzazione, con una missione che solo lui può compiere. Il commilitone Cain è stato catturato dal nemico e l'unico destino per uno Strider che fallisce è la morte: spronato da un ricatto che vede in ballo il destino della comunità che lo ha accolto, Hiryu recupera la sua arma nascosta in una tomba, rinascendo simbolicamente come assassino e riabbracciando suo malgrado un destino al quale non può sfuggire, con lo scopo di uccidere l'amico.

La trama del manga viene riutilizzata parzialmente per la versione NES del gioco: abbracciando la filosofia già sperimentata con Top Secret/Bionic Commando, Capcom confeziona un'avventura arcade che reinterpreta l'azione incessante della controparte arcade in un contesto più ragionato con una maggiore enfasi sull'esplorazione. Sulla scheda CPS invece, Hiryu arriva via deltaplano sui tetti di San Pietroburgo, capitale del Kazafu, versione futuristica e distopica dell'Unione Sovietica; una incontenibile potenza militare che sta progressivamente conquistando l'Europa sotto la guida dell'enigmatico Grandmaster Meio, misteriosa figura incappucciata rifugiata nella sua base sulla Terza Luna.

Strider conquista subito per la spettacolarità dell'azione: inarrestabile nel suo incedere sicuro, Hiryu trancia con la sua arma (un 'tonfa' futuristico dotato di una lama al plasma chiamato Cypher e destinato solo agli Strider di classe più alta) le truppe del Kazafu che palesemente non sono sufficienti a interrompere la sua avanzata. Nonostante le generose dimensioni dello sprite, il protagonista è dotato di una invidiabile agilità e sgomina soldati e droidi avversari compiendo evoluzioni in aria, scivolando e aggrappandosi ai muri: simili doti atletiche sono la chiave per alcune situazioni memorabili come l'iconico scontro con i membri del consiglio alla fine del primo livello, comandati dal generale Mikiel che ricorda nell'aspetto e nel nome l'ex leader dell'Unione Sovietica Mikhail Gorbachev. Questi si uniranno per formare Ouroboros, un gigantesco millepiedi armato di falce e martello.

O ancora la corsa a perdifiato nella Siberia del secondo livello, lungo il costone innevato di una montagna costellato da mine pronte a esplodere alla minima esitazione, solo per saltare all'ultimo momento e ritrovarsi in una centrale elettrica sotto un cielo in tempesta alla volta di un'aeromobile da dirottare, raggiungibile aprendosi la strada tra una squadriglia di velivoli in volo durante un bombardamento: tutta questa sequenza avviene in meno di cinque minuti, con il cuore del giocatore che galoppa mentre gli occhi incollati allo schermo inizialmente faticano a gestire tutta l'azione. Corridoi a gravità zero da affrontare sottosopra, giungle preistoriche con tanto di dinosauri e i power-up da raccogliere con falchi e pantere robot che fanno tanto Kasshern sono momenti che non si dimenticano facilmente, testimoni dell'inventiva che sa remunerare con trovate sempre appassionanti il giocatore che ha l'abilità per arrivare fino alla fine. A tal proposito, Strider ha una curva d'apprendimento abbastanza agevole e finirlo con un solo gettone è impresa tutt'altro che impossibile a patto di possedere la necessaria coordinazione.

[Dan Hero]


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