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SirGlaive Appassionato di giochi per ZX Spectrum e di film d'azione d'annata, SirGlaive vive in una capsula del tempo che lo isola completamente dal mondo moderno. Del quale, per inciso, non sente la mancanza: non ha bisogno di nulla, se non di un televisore a tubo catodico, di un videoregistratore e (ovviamente) di uno Spectrum 128K...

Dragon Data Dragon 32
Lunar-Rover Patrol
Dragon Data | Spectral Associates | Tom D. Keeton | Brett N. Keeton
31 10 2023

Come s'è già avuto modo di dire più e più volte su queste pagine, le conversioni 'non ufficiali' dei più popolari giochi da sala degli anni 80 rappresentavano una miniera d'oro per gli sviluppatori di software ludico per i computer dell'epoca. I giocatori, d'altro canto, non chiedevano di meglio: poter affrontare i loro arcade preferiti nella comodità del salotto o della camera da letto era una prospettiva a cui era difficile resistere, con sommo gaudio dei produttori. Da principio, tra l'altro, i legittimi proprietari dei giochi da sala in questione non erano particolarmente attenti al mercato domestico ed era quindi improbabile scatenarne le (giuste) ire. E così i cloni non autorizzati prosperavano, nonostante fossero spesso ben al di sotto delle aspettative sia dal punto di vista tecnico che da quello della giocabilità.

Non era questo il caso, però, di Lunar-Rover Patrol. La reinterpretazione di Moon Patrol offerta da Tom e Brett Keeton (sfortunatamente scomparso in tragiche circostanze nel 2002, secondo le fonti più accreditate del settore) era infatti davvero ottima, a dispetto delle capacità relativamente limitate del Dragon 32. La grafica adottava per forza di cose i bizzarri e sgargianti colori tradizionalmente associati al computer gallese (e alla sua quasi-controparte statunitense, ovvero il Tandy TRS-80 CoCo, che aveva originariamente ospitato questo appassionante titolo sotto l'etichetta Spectral Associates), ma riusciva a farli apparire sensati nel contesto fantascientifico che i programmatori avevano ripreso di sana pianta dall'originale da sala. Da quest'ultimo, prevedibilmente, erano state prelevate anche le meccaniche di base, riproposte comunque in maniera praticamente impeccabile. Era quindi possibile sparare in orizzontale e in verticale, così da abbattere rispettivamente i massi più grandi e le navette aliene (alcune delle quali erano in grado di fare fuoco), e aumentare o diminuire l'andatura del veicolo per trovare la posizione migliore prima di ogni salto volto a evitare le buche, le rocce di piccole dimensioni e le trappole disseminate qua e là lungo il percorso.

La strada da coprire era lunga e pericolosa, ma era fortunatamente suddivisa in diverse sezioni inframmezzate da schermate dedicate al calcolo dei bonus. Era quindi possibile riprendere fiato tra una tappa e la successiva, ma a sorprendere davvero era il cambiamento dei fondali tra una sezione e l'altra. Un accorgimento di lusso per una macchina come il Dragon 32, al pari del discreto accompagnamento sonoro. Erano i controlli, a ogni modo, a costituire il fiore all'occhiello di questa 'conversione': erano infatti pronti e reattivi al punto giusto, nonché sufficientemente precisi. Difficile trovare qualcosa di cui lamentarsi, in sostanza, con buona pace dei numerosi detrattori del Dragon 32.

[SirGlaive]


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