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Dan Hero Alle soglie degli 'anta, Dan Hero resta un giovane vecchio con lo sguardo e il cuore immutabilmente fissi al passato. Da una decade circa ospite non gradito sulle pagine di TGM, snocciola mensilmente sermoni irremediabilmente noiosi riguardo quanto meravigliosi fossero i videogiochi dei bei tempi andati, coltivando nel contempo il sogno di fondare una software house nichilista e creare titoli nati vecchi che nessuno giocherà.

Nintendo Super NES
The Ninjawarriors
Titus | Taito | Natsume | Shunichi Taniguchi | Toshiyasu Miyabe
15 04 2023

Corre l'anno 1987 e in sala giochi The Ninjawarriors affascina con i suoi tre schermi, ammalia con la sua colonna sonora d'altissimo livello, colpisce con la sua grafica spettacolare e, in definitiva, annoia con la sua struttura deboluccia e poco innovativa. Passano gli anni e nel 1994 esce un 'reboot' sviluppato da Natsume per Super NES intitolato The Ninjawarriors Again in Giappone e solamente The Ninjawarriors in Occidente. Numerose modifiche al gameplay lo rendono istantaneamente un titolo di ben altra caratura rispetto al predecessore spirituale. Ora gli androidi sono tre: tornano Ninja e Kunoichi (il primo drasticamente differente nell'aspetto) e vengono affiancati da Kamaitachi, un rapidissimo cyborg che non fa nulla per nascondere la propria natura robotica.

Tante mosse in più rendono la giocabilità finalmente godibile: proiezioni e attacchi speciali alla fine di una combo atterranno anche il nemico più coriaceo permettendo di controllare la folla di avversari in maniera efficace. Esiste anche un attacco che funge da 'smart bomb' attivabile al termine del caricamento automatico di una barra, che però può essere resettato nel caso il giocatore venga messo al tappeto. Se le cose dovessero andare storte ecco i maledettissimi 'continue' infiniti, punto debole della produzione secondo le recensioni dell'epoca.

I livelli concettualmente possono essere sempre riassunti come "muoversi da A a B scalciando sederi", ma c'è un minimo sindacale di interazione con i fondali tra oggetti da scagliare, ostacoli da evitare e finalmente bonus per ricaricare l'energia che fanno comodo in vista degli scontri con gli avversari di fine livello. Questi ultimi vanno da un gigante armato di motosega a un artista marziale capace di mimetizzarsi col fondale.

I tre protagonisti sono stavolta profondamente differenziati in mosse e parvenza: Ninja è enorme e trasmette una convincente sensazione di peso e potenza con il suo nunchaku con borchie (!) mentre Kamaitachi è fulmineo nei suoi attacchi a base di lame retrattili a medio raggio. Ottimo l'accompagnamento sonoro a opera del veterano Hiroyuki Iwatsuki, già responsabile dell'audio di Wild Guns. Graficamente tra orde di grossi sprite ben animati, boss ed esplosioni i limiti del relativamente lento processore del Super NES vengono bellamente ignorati consegnando nelle mani del giocatore una delle migliori esperienze arcade a 16 bit.

Rispetto al coin-op del 1987 mancano gli shuriken e sopratutto la modalità cooperativa: un'assenza inspiegabile questa, così come lascia interdetti la presenza della censura (specie per un titolo uscito nel 1994 quando Mortal Kombat 2 aveva dato con successo il via libera a sangue e frattaglie in casa Nintendo). Tra sangue verde, nemici modificati alla Poison/Sid di Final Fight e discorso di Banglar edulcorato è facile propendere per la versione nipponica per chiunque fosse interessato a riscoprire uno dei migliori 'action game' per il 16 bit Nintendo.

[Dan Hero]


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