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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Nintendo N64
Top Gear Rally
Kemco | Boss Game Studios | Akihiro Sano | Aki Yoshino | Brian Fehdrau | Richard Le | Rob Povey
11 03 2023

Qualcuno di voi ricorda i Milli Vanilli? Ma sì, quel duo musicale che impazzava nei lontani anni ottanta. Bene, i più 'vecchi' ricorderanno anche lo scandalo legato a questo gruppo, i cui componenti si facevano 'prestare' la voce da due perfetti sconosciuti (i quali fondarono in seguito un complesso chiamato The Real Milli Vanilli, senza alcun successo). Io sono fermamente convinto che qualcosa di simile sia successo con Top Gear Rally (1997) dato che nessuno al mondo potrà farmi credere che i tizi di Boss Game Studios abbiano programmato una roba del genere. Voglio dire, io mi sarei aspettato un gioco intrigante come questo da Konami o Namco, non da Boss Game Studios e da Kemco. Questa gente non poteva uscirsene così, da un giorno all'altro, e trasformare uno dei titoli più improbabili della storia del Nintendo 64 (Top Gear Rally aveva vagato nel limbo delle uscite annunciate per mesi e mesi) in un gioco che andava a competere con grandi successi di altre console, come il quasi contemporaneo V-Rally.

Si tratta ovviamente di una pseudo-simulazione rallistica (tra l'altro nessuna licenza ufficiale e auto che ricordano le controparti reali, ma non ne portano il nome) con diversi tipi di fondo stradale e un modello di guida che fondamentalmente si avvicina a quello di Sega Rally. Rispetto al gioco Sega i quattro tracciati (più uno bonus) presentano però un buon numero di scorciatoie, con passaggi liberi anche tra campi, paludi, colline e spiagge. Top Gear Rally offre inoltre la possibilità di scegliere tra risposte al volante più o meno immediate, quella di colorare a piacere le auto, impostare le condizioni atmosferiche e cimentarsi nelle modalità Arcade (anche per due giocatori), Campionato (articolato in più annate) e Time Trial, con un quadro opzioni quindi abbastanza completo. Sufficiente anche il parco macchine (nove ufficiali più qualche extra) con modelli a trazione integrale e posteriore di cui potrete modificare sospensioni, pneumatici e cambio (automatico o manuale).

Il rumore dei motori è realistico e le musiche sono orecchiabili, ma fatta esclusione per Wipeout 2097 devo dire di non aver mai prestato troppa attenzione alla parte sonora dei giochi di questo tipo, forse perché troppo assorbito dall'esperienza di guida. È invece relativa la qualità della componente grafica, anche se riesce comunque a superare quella di Multi Racing Championship, fino ad allora migliore esempio per il Nintendo 64 in questo campo. Pochi poligoni (teniamo però conto di quanto accadeva anche sulle altre console), con texture che provenivano dal rinnovato set di programmazione di cui si era parlato per mesi e che presentavano colori più brillanti di quelli fino ad allora utilizzati (spesso smorzati da una leggera nebbia). Da lodare gli effetti di illuminazione e le trasparenze, con una certa enfasi sui fasci di luce del fanali, sul fumo prodotto dalle derapate e sul vapore generato dagli scarichi. Originale infine la presenza degli specchietti laterali e delle luci di retromarcia, particolari quasi sempre dimenticati.

Le automobili sono modellate abbastanza bene e risultano piuttosto simili ai modelli di serie a cui sono ispirate, grazie soprattutto alle texture che vanno a compensare una struttura poligonale solo sufficiente. Un caso a parte è rappresentato dalla realizzazione dei paesaggi, in alcuni casi interessanti, in altri desolati. Il passaggio tra i palazzi nel discesone della pista Desert, per esempio, è memorabile (nonché simile a una sezione di Rage Racer per PlayStation), mentre il gigantesco ponte che sovrasta la prima parte sabbiosa dello stesso tracciato fa venir voglia di fermarsi e ammirare lo spettacolo. Sempre impeccabile infine lo scorrimento della pista, con punte velocistiche notevoli indipendentemente dalla visuale adottata, interna o esterna, mentre gli effetti atmosferici si rivelano, soprattutto nel caso della pioggia, fenomenali. Ma la parte migliore del gioco è rappresentata dal modello di guida, ovvero la componente più delicata di questo genere di titoli.

Top Gear Rally propone un modello di guida improntato alla massima sensibilità, il che va a sacrificare l'immediatezza a favore di un maggiore coinvolgimento e di una curva di apprendimento in ascesa graduale. Scordatevi di andare sempre a manetta: in Top Gear Rally la parola d'ordine è 'parzializzare', esattamente come accade nei veri rally. Il controllo della trazione viene gestito tramite un utilizzo ragionato dell'acceleratore, un po' come in V-Rally, ma qui il feeling con l'auto è addirittura superiore. Il controsterzo funziona sempre, le derapate possono essere aperte o chiuse dando gas al momento giusto e il freno a mano rappresenta la soluzione ideale per i tornanti più stretti. Perdere la cognizione di quello che si sta facendo con l'acceleratore non può che portare alla rovina, ovvero a uno degli spettacolari incidenti offerti dal gioco. I designer degli studi Boss hanno inoltre dato molto peso alla differenza tra i vari tipi di fondo stradale, chiaramente avvertibile nella minore o maggiore aderenza offerta dalle auto, così come hanno prestato una cura estrema nella realizzazione dell'algoritmo che gestisce le sospensioni indipendenti. Lo stesso eccellente risultato è stato infine conseguito nella differenziazione dei veicoli a trazione integrale da quelli a trazione posteriore, con relativa influenza sul modo di guidare le auto.

Per quanto riguarda i difetti non si può ignorare l'estremo affetto che le auto di Top Gear Rally manifestano nei confronti di muretti e barriere laterali. Non è raro infatti che, una volta urtato un muro in curva, non si riesca a staccarsi dallo stesso se non al termine della svolta. È anche da segnalare lo scomodissimo innesto della retromarcia, che spesso rende difficoltoso il reinserimento in pista dopo un testacoda (evento non infrequente). Si tratta purtroppo di problemi che, in alcuni casi, si rivelano molto fastidiosi, arrivando a compromettere l'esito delle gare più sofferte. Eppure il gioco continua anche oggi a esercitare un fascino tutto suo, riuscendo a bilanciare gli aspetti negativi con l'eccellente gameplay, il buon 'track design', le divertenti scorciatoie e la combattuta (ma un po' scarna) modalità per due giocatori.

[NO1]


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