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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Nintendo N64
Top Gear Overdrive
Kemco | Snowblind Studios | Akihiro Sano | Kikuo Kaneyuki | Ezra Dreisbach | Ryan Geithman | Raoul Said
28 12 2022

Top Gear Overdrive (Kemco, 1998), primo dei titoli sviluppati appositamente per l'Expansion Pak del Nintendo 64 (gadget da 4 megabyte di memoria aggiuntiva), si era rivelato tutto sommato superiore alle attese, specialmente se si mettevano in conto le critiche rivolte al suo predecessore (Top Gear Rally), il fatto che la serie Top Gear non aveva mai prodotto niente di esaltante e i tempi generalmente necessari per sfruttare al meglio una nuova espansione nell'ambito della programmazione. Questo, però, lo dico con lo stesso malanimo che mi coglie ogni volta che una brutta tradizione porta tutta una categoria di professionisti del giornalismo a pubblicare le famigerate pagelle, quelle relative alle giornate del campionato di calcio (o di qualsiasi altro torneo o sport di squadra). Spesso, non trovando corrispondenza tra le valutazioni affibbiate e quello che ho visto con i miei occhietti, mi domando, concedendomi dei dubbi metafisici: ma forse, a mia insaputa, ci sono state due partite, c'è stata una ripetizione segreta, abbiamo visto due incontri differenti?

Ed è esattamente quello che penso oggi, mentre rileggo le vecchie recensioni toccate in sorte al povero Top Gear Overdrive. Grafica non impressionante, velocità poco più che accettabile, frame rate incerto: questo era quanto riportato. E io non trovo riscontro, me ne sto pure col naso appiccicato allo schermo ma, mi possino ammazzare, tutto questo sfacelo non lo vedo, soprattutto se considero il tempo passato dai giorni del Nintendo 64. Proprio per la mia formazione laica mi permetto allora un'altra volta il lusso del dubbio: tutta la redazione di A.Rea. 21 di fronte al video a esaminare il corpo del reato. E la velocità di gioco, con visuale interna e con le auto più elaborate, appare a tutti terrificante, nel senso che è pure troppa. Vogliamo banalmente stabilire un paragone, anche se il rischio è quello di confrontare elementi appartenenti a categorie non omogenee. Se prendiamo come esempio lo scrolling di Ridge Racer Type 4 per PlayStation, ai tempi unanimemente lodato per il gran ritmo di gara (e forse il titolo tecnicamente più impressionante di quel periodo), Top Gear Overdrive non sfigura, anzi direi che regge il confronto.

Se andiamo poi a vedere le altre produzioni per Nintendo 64, direi che solo la velocità di F-Zero X può essere posta su un piano superiore (ma F-Zero X era allora più veloce di qualsiasi cosa e si era ricorsi a una grafica minimale proprio per raggiungere questo obiettivo). Il frame rate di per sé non mostra incertezze, né ricorrendo alla grafica 'hi-res' via Expansion Pak, né tantomeno con un grado minore di definizione. I problemi di scrolling, con caduta della velocità e del frame rate, arrivano solo quando entrano in scena più giocatori in contemporanea, nonostante la diminuita definizione, ma sono problemi lievi se consideriamo che si possono ritrovare in pista quattro auto controllate direttamente dai giocatori, più le solite manovrate dalla CPU. Dal punto di vista grafico in senso stretto i ragazzi di Snowblind Studios, pur avendo dovuto agire in tempi molto ristretti, erano quindi riusciti a realizzare un lavoro a tratti sorprendente.

La scarsità di costruzioni a bordo pista (non paragonabile comunque alla desolazione di Top Gear Rally) non compromette l'effetto complessivo, dato che la pulizia del tratto grafico, l'assenza di pop-up e la scorrevolezza danno in alcuni momenti l'impressione di trovarsi davanti a un coin-op. In particolare molto buona la realizzazione delle auto (l'environment mapping, pur se finto, produce un effetto che altri titoli di quegli anni, anche celebri, hanno inutilmente inseguito). Le texture relative ai paesaggi sono più varie e colorate rispetto alla precedente generazione di giochi per Nintendo 64, anche se la sovrabbondanza di colori pastello e di costruzioni 3D ripresentate più volte resta fastidiosa. Il trucchetto di variare continuamente l'aspetto dei tracciati (cinque più le loro versioni speculari) sulla base delle condizioni meteo, del fondo stradale e dei diversi momenti della giornata riesce invece a dare un'impressione di grande consistenza al gioco, in realtà solo fittizia.

Infatti se in Top Gear Rally lo spessore del gameplay derivava da un modello di guida realistico e pieno di sfumature, qui la longevità si basa su una più immediata difficoltà di controllo delle auto, che soprattutto in visuale esterna tendono al sovrasterzo e danno una preoccupante sensazione di leggerezza. Anche ricorrendo alla visuale interna, che garantisce un controllo più fermo, arrivare primi non è comunque facile. Il metodo più fruttifero per progredire nelle classi in cui è strutturato il campionato è quindi quello di guadagnare dollari, piazzandosi bene nelle singole prove, per acquistare auto migliori o per modificare progressivamente la vostra.

Anche se Top Gear Overdrive non è riuscito a diventare un classico del suo genere (anzi, la sua reputazione è rimasta sconfortante) ha comunque avuto il merito di rivelare nuove potenzialità del Nintendo 64. D'altro canto le intenzioni di Kemco e Snowblind erano chiaramente quelle di realizzare un prodotto senza troppe pretese di realismo ed evidentemente sopra le righe (basta dare un'occhiata alla copertina della scatola e a qualcuna delle 15 vetture disponibili, tra cui annoveriamo gustose auto bonus come quelle a forma di wurstel e tacos con le ruote). In questo senso non stona nemmeno la colonna sonora, molto presente e decisamente ignorante nel suo finto rock anni novanta. Qualche sospetto, piuttosto, lo suscita la longevità, a rischio per carenza di piste e di competizioni e penalizzata dall'assenza di livelli di difficoltà, fattore che avrebbe potuto ovviare al problema. La nostra impressione resta comunque quella di un piccolo gioco, leggero e divertente, con poche lacune tecniche o comunque molte meno di quanto ci hanno voluto far credere ai suoi tempi.

[NO1]


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