Imbarcato in tenera età su un cargo battente
bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai
suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti
contatti con numerose popolazioni indigene
legate alle tradizioni, una smodata passione per
l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming,
in particolare se targato Sega...
Sony PlayStation
No Fear Downhill Mountain Biking
Codemasters | UDS | Krister Jansson | Tord Jansson | Nils-Erik Karlsson | Dean Baker | Richard Ogden | David Osbourn | Stewart Regan
08 08 2022
Tra i tanti sport estremi in cui gli uomini e le donne più ardimentosi si cimentano per oltrepassare i propri limiti, quello della discesa libera in mountain bike non è certo il più famoso o il più spettacolare. Lascia quindi perplessi la scelta operata dai tipi di Codemasters che comunque, nel concepire questo simulatore di mountain bike per PlayStation, devono aver fiutato l'inghippo da qualche parte. Non si spiegherebbe altrimenti l'assegnazione del progetto a un team esterno (i poco conosciuti UDS, con una concessione ai tempi inusuale per la brillante softco britannica), probabilmente effettuata allo scopo di non impiegare preziose risorse interne nella realizzazione di un prodotto dal successo tutt'altro che sicuro, come è poi accaduto. Il mancato intervento delle menti pensanti di Codemasters era a ogni modo evidente fin dalla prima partita, visto e considerato che questo No Fear Downhill Mountain Biking (1999) si è dimostrato subito deludente e lontano dai fasti della vecchia serie TOCA e dell'eccellente Colin McRae Rally.
I principali problemi sono da rintracciare nel sistema di controllo, nel 'track design' e nella scarsa portata della struttura di gioco - tutti fattori che fanno la differenza tra un prodotto di buon livello e uno di caratura inferiore. Ma andiamo per gradi. Per quanto riguarda la gestione degli input e la manovrabilità delle mountain bike in generale, i difetti più evidenti sono quelli relativi allo scarso feeling trasmesso al giocatore (alla faccia dei miglioramenti apportabili al proprio mezzo), ai salti e alle collisioni talvolta inspiegabili, particolarmente in caso di urti generati dall'oggettiva mancanza di controllo sulle bici. Il 'track design', dal canto suo, propone una ventina di percorsi graficamente discreti, caratterizzati da texture realistiche, il cui impatto positivo sul giocatore viene però cancellato dall'eccessiva lunghezza delle piste e da una successione di rettilinei, curve e salti poco ispirata e quindi non in grado di divertire a lungo.
La struttura di gioco, infine, paga in modo fin troppo evidente i limiti dello sport a cui No Fear Downhill Mountain Biking è dedicato. Questo comporta una longevità al di sotto della norma e una certa monotonia già a medio termine, diretta conseguenza dell'omogeneità delle gare (molto simili tra loro a dispetto della varietà delle ambientazioni e per di più accompagnate da una colonna sonora disperante). Quello che abbiamo è quindi un titolo che di sicuro avrebbe potuto rivelarsi migliore, almeno relativamente ai suoi tempi, ma non di molto. Riteniamo infatti che le mountain bike siano più adatte alla vita reale che ai videogiochi, anche se resta la speranza che qualche softco, magari più dotata di UDS, ci possa prima o poi smentire.
[NO1]