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Dan Hero Alle soglie degli 'anta, Dan Hero resta un giovane vecchio con lo sguardo e il cuore immutabilmente fissi al passato. Da una decade circa ospite non gradito sulle pagine di TGM, snocciola mensilmente sermoni irremediabilmente noiosi riguardo quanto meravigliosi fossero i videogiochi dei bei tempi andati, coltivando nel contempo il sogno di fondare una software house nichilista e creare titoli nati vecchi che nessuno giocherà.

NEC PC Engine
The Legendary Axe
NEC | Victor Musical Industries
24 11 2018

C'era una volta Tarzan. Sì, dai, la storia del bimbo allevato nella giungla, il re delle scimmie, l'opera di Edgar Rice Burroughs che ha fatto praticamente parte del patrimonio culturale di ogni pargolo nato non oltre il 1980. Perché dopo chi se ne frega di Tarzan, ché già mi vedo raccontare a mio figlio fiabe della buonanotte a base di Jedi e robot giapponesi. Ecco, il selvaggio con addosso solo uno striminzito perizoma tigrato magari apparteneva maggiormente al patrimonio - finanziario, stavolta - degli eredi di mr. Burroughs, dediti da generazioni alla caccia di opere colpevoli di plagiare l'dea dell'illustre antenato. I videogiochi non fanno eccezione: chiedetelo ai programmatori di Taito che, nel 1982, si videro costretti a rimaneggiare il loro Jungle King, rimpiazzando l'emulo di Tarzan con un generico esploratore, eliminando nel frattempo l'iconico urlo.

È quindi possibile che un simile destino sia toccato a The Legendary Axe (Makyo Densetsu in Giappone), uno dei titoli per PC Engine più amati in occidente. La storia è questa: nel 1987 Jungle no Ou ('il re della giungla') è un progetto di Hudson Soft in dirittura d'arrivo per il lancio della console; verso la fine dell'anno, però, il titolo viene misteriosamente rinominato sulle riviste nipponiche in Mitsurin Densetsu ('la leggenda della giungla'). L'anno successivo il gioco è pronto ma, tanto per infittire il mistero, verrà editato da Victor Musical Industries e uscirà sotto questa etichetta il 23 settembre con un nome che nulla a che fare con monarchi o giungle. Nelle foto riportate sui flyer pubblicitari alla fine del 1987 il protagonista è chiaramente ispirato a Tarzan, biondo nei capelli e armato di pugnale; al giorno d'oggi tali immagini sono purtroppo rare e difficilissime da scovare.

Qualunque siano i motivi dietro la pubblicazione, l'importante è che siamo riusciti a mettere le mani su The Legendary Axe, un platform-picchiaduro stile Rastan in grado di rendere il NES terribilmente obsoleto al momento della sua uscita. Grandi sprite ben animati, livelli a scorrimento prevalentemente orizzontale ricchi di segreti e un sistema di combattimento originale lo rendono ancora oggi un titolo di sicuro interesse per tutti i fan del cimmerico coin-op Taito. Tarzan quindi diventa Gogan, un nerboruto barbaro dal lungo crine armato di ascia che deve attraversare sei livelli per salvare l'amica Flare dall'uomo bestia Jagu.

Non sarà una passeggiata, perché The Legendary Axe è un osso duro; già dal terzo livello salti nel vuoto e una rinnovata aggressività in nemici vecchi e nuovi mettono a dura prova la pazienza, considerando anche che i checkpoint sono sadicamente distanti l'uno dall'altro. Ma il sistema di combattimento, dicevo, riesce a donare quel qualcosa in più che rende l'esperienza comunque irresistibile. Funziona così: raccogliendo alcune gemme, Gogan guadagna una barra della forza che si riempie da sola nel giro di qualche secondo. Quando è al massimo i suoi colpi sono più forti, quindi premere furiosamente il pulsante di attacco non è sempre la strada migliore per affrontare i nemici. Viene da sé che, specialmente andando avanti, un colpo possente al momento giusto è preferibile a una serie di affondi privi di vigore, specie se lo spazio scarseggia e terminare rapidamente lo scontro è l'unica cosa che può salvarci da un tuffo di sola andata nel vuoto. Più gemme si raccolgono più l'indicatore diventa capiente, dando accesso ad attacchi sempre più forti; allo stesso modo, però, questo verrà ridotto ogni volta che si perde una vita, lasciando i novellini presto senza difese di fronte a un comitato di benvenuto spietato. Dura la vita nei platform anni ottanta, e la possibilità di continuare solo tre volte non aiuta più di tanto.

The Legendary Axe poteva essere migliore, magari con qualche arma extra e un design dei nemici un attimo più ispirato, tuttavia riesce a incarnare al meglio la 'raison d'être' del PC Engine: offrire titoli degni di una sala giochi tra le mura domestiche, e l'avventura di Gogan aveva ben poco da invidiare ai mangia-gettoni dell'epoca. La stampa specializzata occidentale lo ha amato: non sarà più il re della giungla, ma The Legendary Axe è stato comunque incoronato Gioco dell'Anno 1989 da EGM. In Italia, ovviamente, non se l'è filato nessuno, a parte una recensione microscopica su Guida Videogiochi della Jackson, andando a memoria.

The Legendary Axe ricorda parecchio Astyanax/The Lord of King (1990), un coin-op Jaleco a cui voglio bene. Perché quando frequenti il liceo lontano da casa e devi aspettare l'autobus dopo che gli amici se ne sono andati, l'unica cosa che ti aiuta a passare il tempo deve piacerti PER FORZA. Paradossalmente, giudicando solo dalle foto, credevo all'epoca che The Legendary Axe ne fosse una conversione / prequel / spin-off / parente anche solo lontano. Solo più tardi appresi tramite MobyGames che sono entrambi frutto di Tokuhiro Takemori. Dopotutto le similitudini nei fotogrammi d'animazione di Roche (il protagonista di Astyanax) e Gogan sono innegabili; entrambi attaccano con un fendente che descrive un arco sopra lo sprite principale, particolarmente utile nel coin-op Jaleco dato che - con la dovuta pratica - si colpisce frontalmente e si ottiene protezione dagli attacchi dall'alto.

A conti fatti Astyanax è il titolo migliore, grazie alla possibilità di giocare in due contemporaneamente e a un livello di difficoltà nettamente addolcito. C'è meno enfasi sulle morti 'cheap' a base di cadute nel vuoto (sebbene una cascata da superare con salti su piattaforme mobili a metà del primo livello faccia presagire il contrario), è possibile raccogliere uno scudo per assorbire i proiettili à la Chomakaimura e Roche può usare attacchi magici/'smart bomb'; il sistema di combattimento a base di colpi caricati attendendo il riempimento di un apposito indicatore, invece, è preso direttamente da The Legendary Axe.

[Dan Hero]


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