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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Sony PlayStation
Tiger Woods 99 PGA Tour Golf
Electronic Arts | Dana Tom | Steve Cartwright | Adam Bellin | Adrenalin Entertainment
25 03 2023

Ci sarà pure un diavolo di motivo per cui un disgraziato decide di giocare a golf, per di più ricorrendo a un videogioco. E anche un motivo per cui il golf videoludico annoia i videogiocatori più smaliziati e affascina i principianti. Comunque io devo molto al PGA Tour Golf di una volta, quello del Mega Drive: gli devo il salvataggio di più di un Natale quando, svicolando dalle tombole familiari, riuscivo a coinvolgere qualche parente insospettabile in rinfrancanti tornei a quattro (il golf è forse l'unico videogioco che vostra zia potrà mai giocare). Nel passaggio ai 32 bit un prodotto già buono non poteva che trasformarsi in capolavoro. Giusto? Sbagliato. I PGA Tour Golf del 96, 97 e 98 sono stati dei punti fermi su cui tracciare una parabola discendente verso la mediocrità. E Tiger Woods 99 PGA Tour Golf poteva pure fregiarsi del nome del fenomeno del momento, ma non è riuscito a tornare ai fasti di cinque, sei anni prima.

Era il cuore stesso del gioco a essere malato e la malattia derivava da quella semplificazione che qualche anno prima aveva passato il confine che la separava dalla banalizzazione. E così, se alla CPU tocca di scegliere per voi la mazza più appropriata per ciascun colpo e di indicarvi il punto dove la pallina andrà a cadere, se l'influenza del vento sulla regolarità del tiro è aleatoria, se la classica barra per l'effetto è sparita e se le informazioni sugli eventuali dislivelli del green sono limitate, chi diavolo potrà negare la minore completezza di questo Tiger Woods 99 rispetto ai suoi antenati a 16 bit? Per fortuna la piaga che tormentava le ultime edizioni del golf di Electronic Arts (la lunghezza improponibile dei tempi di caricamento) qui è assente. Tanto meglio, dato che questo non è avvenuto a scapito della realizzazione tecnica, di buon livello.

Le texture sono quelle usate da Electronic Arts per la prima PlayStation, leggermente confuse e comunque tendenti a frantumarsi in pixel se inquadrate da vicino, mentre i paesaggi presentano una frattura netta tra i fondali, relativamente piatti, e i piani più ravvicinati, dove si svolge l'azione. Ciononostante l'aspetto generale di Tiger Woods 99 è su livelli più che dignitosi, soprattutto se si considera la media non esaltante delle simulazioni golfistiche presenti sulle console a 32 bit. L'animazione dei giocatori (che segue tra l'altro impostazioni diverse a seconda del tipo di tiro da effettuare) è sufficientemente fluida; invece l'animazione relativa ai movimenti della pallina suscita parecchi sospetti, alimentati dagli scatti della telecamera deputata a seguirli. Il numero di tornei (cinque tra i quali i classici Sawgrass e Southwind), la gamma di competizioni (tutte quelle immaginabili) e i tre livelli di difficoltà presenti garantiscono poi tutta la longevità che un appassionato può attendersi.

Paradossalmente, invece, la licenza ufficiale PGA non ha garantito la presenza di un numero sufficiente di professionisti (solo otto e qualcuno non particolarmente di grido, con il faccione di Tiger Woods che non compensa l'assenza di altri campioni). Buoni gli effetti sonori, un po' più articolati del solito, e del tutto fuori tema le musichette, per fortuna escludibili. Ai suoi tempi, comunque, Tiger Woods 99 PGA Tour Golf doveva essere considerata come la miglior simulazione di golf su PlayStation (Everybody's Golf non poteva essere considerata una simulazione vera e propria e la serie Actua Golf non ha mai convinto nessuno), al netto di quei difetti, sopra descritti, che finivano per rendere meno coinvolgente una materia già abbastanza asettica di per sé.

[NO1]


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