Imbarcato in tenera età su un cargo battente
bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai
suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti
contatti con numerose popolazioni indigene
legate alle tradizioni, una smodata passione per
l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming,
in particolare se targato Sega...
Sony PlayStation
Astérix
Infogrames | Warthog | Sourcery | Tim Coupe | James Higgins | Gary Pennington | Mark Andrew Kelly | Norbert Cellier
29 07 2024
Mi ritrovo con la collezione completa degli albi di Astérix, inatteso lascito da parte di mia cugina Susanna. Non sono mai riuscito a leggerne uno (vabbe', magari solo i primi) e mi chiedo perché. Forse un problema di età. Forse perché il personaggio, anche se forte di una popolarità consolidata, ha perso il suo smalto da tempo immemorabile. E ovviamente qualsiasi tentativo di derivazione (film, ma anche i videogiochi) si è rivelato ancora più insipido ai miei occhi. Ma, nonostante i conseguenti pregiudizi, devo ammettere che questo Astérix uscito per la prima PlayStation (1999) può essere considerato per alcuni versi un prodotto decente, anche se l'inconsistenza della materia trattata non può non compromettere ogni buona intenzione di fondo.
La prima dimostrazione della buona volontà dei programmatori era evidente da subito ed era da riferirsi all'abbandono degli schemi tipici dei 'platform game' (fatto già sorprendente, se si tiene conto della fascia di mercato) a favore di un gameplay orientato più verso la strategia che verso l'azione pura (il che andava ancora di più contro le regole consuete). Non che ci si debba attendere una profondità di gioco che possa preoccupare qualcuno, ma, data la giovane età della clientela potenziale, questa poteva essere considerata perlomeno una variante apprezzabile. La base di gioco si muove sulla falsariga delle avventure prodotte da Goscinny e Uderzo: trattasi in pratica di riconquistare le numerose regioni della Gallia dei tempi di Giulio Cesare, mediante una distribuzione oculata della pozione magica di Panoramix (sotto forma di pentoloni da concedere alle varie tribù). La quantità di pozione presente in una data provincia determinerà il suo potenziale bellico, da utilizzare poi per contrastare la corrispondente quota di legioni romane.
Ma, per potere assemblare la famosa pozione in modo corretto, occorrerà anche conquistare delle regioni specifiche (sette, localizzate chiaramente sulla mappa, più una da individuare), quelle cioè in cui si potranno ritrovare gli ingredienti mancanti. Per impossessarsene bisognerà affrontare i legionari in una serie di competizioni dirette, che vanno dalla gara di distruzione dei barili, a incontri di stampo più decisamente fisico, fino al lancio del legionario stesso. Una volta ottenuta qualche vittoria diventerà indispensabile riorganizzare strategicamente le proprie forze lungo tutto il fronte di guerra (in fondo di guerra si tratta, anche se l'atmosfera delle gare dirette si avvicina molto di più a quella del vecchio Giochi Senza Frontiere degli anni 60). Da qui in poi, comunque, la struttura di gioco ricorderà più quella di una partita a Risiko, con singoli confronti a turni tra regioni confinanti e relativa conquista di territori sempre più vasti. Nulla di particolarmente profondo (o innovativo, o vario se è per questo), come chiunque abbia masticato un minimo di giochi di strategia può intuire. Ma la cura posta dai programmatori dello studio Sourcery nel realizzare una bella presentazione, una colonna sonora gradevole, una grafica colorata e in linea con lo spirito del fumetto (sarebbe stato meglio però impiegare delle sezioni in 3D meno elementari), una intelligenza artificiale adeguata ai tre livelli di difficoltà e una organizzazione di gioco comprensibile a tutti, è riuscita a trasformare Astérix in un prodotto più che dignitoso (fatte le debite proporzioni e considerando il tipo di pubblico a cui era indirizzato).
[NO1]