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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Sony PlayStation
Rival Schools: United by Fate
Capcom | Hideaki Itsuno | Makoto Otsuki | Tatsuya Nakae | Katsuhiko Sometani | Yuichi Kagawa | Kobuta-Chan | Yoshiki Okamoto
16 11 2022

Dopo il buon successo di pubblico e critica ottenuto in Giappone, Rival Schools (PlayStation, 1998) era stato convertito da Capcom per il mercato europeo, con tanto di CD aggiuntivo (purtroppo parzialmente mutilato, vista l'assenza di quello Story Mode che tanto interesse aveva destato, grazie alla sua impostazione da gioco di ruolo). Si era trattato di un evento a dir poco insperato, anche per via della scarsa diffusione dalle nostre parti del coin-op originale e delle difficoltà incontrate nel reperimento della versione NTSC USA (un articolo sulle gioie e i dolori dell'antica pratica della importazione parallela sarebbe in effetti interessante, ma questa è un'altra storia).

Volendo esprimere un giudizio sintetico, a beneficio di chi non ha intenzione di leggersi tutto l'articolo, potremmo sin da ora affermare che Rival Schools: United by Fate è stato in grado di confermare le aspettative più ardite, andando addirittura a migliorare la struttura del coin-op. Dal punto di vista strettamente tecnico il mix tra gradevoli fondali bidimensionali e lottatori e arene in 3D era stato brillantemente riprodotto, tra l'altro con una grande generosità nelle dimensioni dei personaggi. Questi ultimi erano tutti ottimamente caratterizzati, come da tradizione Capcom, e insieme al soggetto di base costituivano uno degli aspetti più interessanti del gioco (ancora una volta, peccato per l'assenza dello Story Mode). Alcuni tra i combattenti maschili, a dire il vero, utilizzavano un numero di poligoni relativamente basso, ma i personaggi femminili riuscivano a compensare questa mancanza con modelli tridimensionali dettagliati e adeguatamente morbidi (come si conviene quando si ha a che fare con un pubblico di potenziali maniaci, o almeno questo è quello che dice la stampa di noi videogiocatori).

L'aspetto grafico, anche se talvolta un po' scarno, appare ancora oggi raffinato e nitido, mentre è assolutamente da encomiare la velocità con cui il motore 3D muove gli oggetti su schermo. Grazie a questa impostazione il ritmo viene decisamente alzato, il che porta la fluidità del gameplay a un livello da record (e il tutto è accompagnato da un continuo show di zoomate ed effetti speciali). Eccellente anche la sezione audio, con voci campionate saggiamente lasciate in lingua originale e con il tradizionale campionario di rumori di ossa rotte e di mazzate varie.

Per quanto riguarda il cuore vero e proprio del gioco c'è invece poco da discutere, visto che Rival Schools è il tipico 'beater' a incontri da affrontare direttamente per essere compreso nelle sue caratteristiche. Per esempio, nonostante la scarsa efficacia degli attacchi in volo, Rival Schools resta il beat'em up 3D più vicino ai leggendari picchiaduro bidimensionali Capcom. Gli scontri si susseguono in modo estremamente piacevole, le mosse speciali vengono utilizzate spessissimo e il risultato è un gran 'caos organizzato', a cui la varietà dei colpi e la sopracitata velocità di azione aggiungono diversi punti sul mio personalissimo cartellino (mi perdoni l'indimenticato Rino Tommasi). La possibilità di utilizzare due personaggi all'interno degli incontri rappresenta poi un vantaggio in più per un gameplay già particolare di per sé.

Rival Schools: United by Fate ha così finito per rappresentare un passo in avanti rispetto a quella che ai tempi era la analoga produzione di Capcom, con un gameplay ancora più fresco e originale di quello della serie Street Fighter EX e con una nutrita serie di sorprese dedicate ai giocatori più pazienti (grazie anche alle opzioni aggiuntive presenti sul secondo disco). A completare la brillantezza del quadro generale contribuiscono il già citato 'character design', molto particolare, le belle schermate statiche fornite dagli artisti Capcom e la possibilità di accedere a personaggi e finali nascosti. Con tanta sostanza e con molte piccole sorprese dalla sua parte Rival Schools può ancora oggi essere considerato un picchiaduro irrinunciabile, in grado di ricordare i fasti di un genere a chi, stanco della ripetitività dei 'beater' degli ultimi anni, se ne era a malincuore allontanato.

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