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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Nintendo Super NES
Sparkster
Konami | Hideo Ueda | Manabu Furuya | Koji Yamamoto | Tsunenari Yada
22 01 2019

Sparkster (1994) è solo uno dei tanti platform che affollavano le console negli anni novanta. Ma è anche vero che un gioco targato Konami era una garanzia, almeno nella maggior parte dei casi. Ed era questo appunto il caso di Sparkster. Nonostante una linea familiare al di sopra di ogni sospetto (Rocket Knight Adventures per Mega Drive) confesso però che mi ci è voluto un po' per convincermi appieno della sua qualità. Il tempo necessario per passare un paio di livelli impegnativi ma banali (a parte il riflesso sull'acqua, effetto visivo raro per quei tempi), abituarmi a un ritmo asfissiante e arrivare alla fantasmagorica sezione con i robot a forma di struzzo, incaricati di trasportare il nostro eroico opossum. Dopodiché, fine dei dubbi: i maestri del platform erano tornati.

C'era in effetti stato un periodo di appannamento per la casa di Tokyo, durato un annetto e coincidente con la scadenza della esclusiva Nintendo (che sarebbe poi stata definitivamente abbandonata poco dopo), ma evidentemente i team di sviluppo erano stati diversificati e avevano cominciato a lavorare con meno pressione addosso, come dimostra l'evoluzione del tutto alternativa del contemporaneo Sparkster per Mega Drive, con livelli e personaggi impostati in modo differente. Anche se non si raggiunge la bizzarria degli stage di Tiny Toon Adventures, dove i piccoli della Warner Bros arrivano a giocare tra di loro una partita di football, il gioco rimane comunque sui generis anche sul Super Nintendo, con elementi di gioco non convenzionali, un character design migliorato ma immediatamente riconoscibile e scenografie sorprendenti e ampie, anche per contenere l'esuberanza dinamica del protagonista. Sparkster si conferma infatti un tipo originale, in grado di sfruttare la sua natura di opossum con acrobazie legate alla sua coda prensile e alla sua capacità di arrampicarsi, fornito per di più di una spada che può agire a distanza e di una attrezzatura che gli consente di spiccare brevi voli e di ricorrere ad accelerazioni brucianti, fatali anche per gli avversari, come succedeva in Sonic.

I due tipi di accelerazione presenti funzionano bene anche quando si tratta di eliminare avversari in sequenza (spariti i maiali ci si ritrova per lo più con i lupi), ma comportano qualche controindicazione. Non sono infatti pochi i casi in cui la corsa verso gli avversari risulta troppo corta o troppo lunga, con danni inevitabili a carico del protagonista. Colpa da non attribuire ai comandi, inappuntabili come al solito, ma piuttosto a un level design gradevole, dalle ambientazioni fantasiose e ipercolorate, ma con qualche incongruenza strutturale nei confronti del dinamismo imperante. Questo costringe il giocatore ad assumere in qualche caso un atteggiamento circospetto, utile a una ispezione preventiva dei dintorni, ma non in linea con la natura frenetica del gioco. Guaio non irrecuperabile che può però rendere ancora più ostica una curva della difficoltà impostata sulla brevità (nove stage, ma con stanze e passaggi segreti) e sulla intensità degli scontri, inclusi quelli con i boss, pittoreschi e poco prevedibili come tradizione Konami voleva.

D'altro canto con la produzione di Hideo Ueda (Axelay) non ci si potevano aspettare di certo delle passeggiate tranquille tra i boschi: a parte il primo livello di difficoltà la sfida resta sempre plausibile, con un quarto e quinto livello, segreto, che possono impegnare pure i più esperti, nonostante la concessione di password. La colonna sonora, all'altezza dei migliori standard tecnici della console, segue in generale il trend frenetico del gioco, ma varia parecchio nelle diverse fasi, come quando Sparkster si ritrova in uno shooter in stile 1942, o dentro un sottomarino o nella sezione dedicata agli strumenti musicali. Non un gioco adatto a tutti, un po' troppo 'fast and furious' insomma, ma con abbastanza immaginazione, sorprese e stile Konami per essere considerato un classico del catalogo Super Nintendo.

[NO1]


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