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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Sega Mega Drive
Super High Impact
Arena | Acclaim | Iguana Entertainment
10 04 2017

I ragazzi con la palla strana tornano sul Mega Drive in un'altra simulazione di football americano. Le regole dello sport USA sono relativamente semplici e in questo Super High Impact vengono replicate senza fronzoli: il gioco è strutturato sulla base di quattro possessi di palla per squadra, durante i quali si cerca di progredire di almeno 10 yard, in modo da ottenere altri quattro tentativi e col fine ultimo di arrivare a fondo campo e conquistare punti e touchdown. Senza troppe sorprese la squadra avversaria, in difesa, fa di tutto per impedire l'avanzamento degli avversari, annullandone i tentativi o arrivando a rubare la palla (intercettazione di passaggio o 'fumble') per conquistare subito il diritto ad attaccare. Regole semplici, come si vede, ma che comportano una vastità di schemi di attacco e difesa difficilmente riscontrabile in altri sport, fino a trasformare l'american football in una disciplina quasi scientifica.

Super High Impact (Iguana/Arena, 1992) si interessa poco di questo lato scientifico e punta invece sull'aspetto atletico, limitando il suo 'textbook' a una dozzina di schemi di attacco e difesa a fronte, per esempio, del centinaio presente nel popolare John Madden Football, paradigma di questo tipo di simulazione già ai tempi dei 16 bit. Abbiamo parlato di aspetto atletico, ma in realtà quello che emerge in Super High Impact, come da titolo, è il lato brusco di questo sport, anche se il tono voluto dai programmatori di Iguana resta sull'esagerato e divertente, come in altre loro conversioni da coin-op. Le squadre, come succede nella realtà, si dedicano a scontri che manderebbero all'ospedale anche il più cazzuto dei mediani del nostro calcio: la differenza è che in termini di videogioco questo paga e rappresenta più la regola che l'eccezione. La spettacolarità dello sport reale è comunque innegabile e viene attentamente riprodotta, con una resa grafica e una semplicità che derivano dalla natura arcade del gioco (e quindi niente licenza NFL o 'penalty', tra l'altro: in origine trattavasi di un coin-op Midway di successo, con qualche cabinato distribuito pure in Italia, a sfruttare la diffusione televisiva dello sport di quegli anni).

Bello da vedere e da ascoltare (con sprite bene animati, un ottimo audio con numerosi campionamenti e stadi plausibili inquadrati in orizzontale), ben presentato, con un gran ritmo e facile da giocare, anche in coppia, il Super High Impact per Mega Drive non può però avere dalla sua il dono della profondità o dell'intelligenza, stante una impostazione al limite del decerebrato che implica anche continue risse e un misuratore di danno in caso di impatto violento. Già il coin-op, in effetti, non aveva molto da offrire al di là delle prime partite, ma aveva perlomeno il buon gusto di far tirare fuori al giocatore non più di qualche liretta, mentre per acquistare la cartuccia per Mega Drive la cifra richiesta era quella solita, imbarazzante, imposta da Sega sul mercato occidentale (dopo qualche tentennamento, comunque, niente distribuzione europea ufficiale). Se a questo aggiungiamo una vaga imperfezione dei comandi, gommosi e lontani dalla precisione di quelli del coin-op o di un qualsiasi Madden Football, non meraviglia l'accoglienza piuttosto fredda offerta da stampa e fan dello sport. Al giorno d'oggi, in caso di fortuito ritrovamento di qualche esemplare, il discorso può cambiare e si potranno così apprezzare, almeno per qualche tempo, la facilità di gioco e la lontananza dagli standard tradizionali di Super High Impact.

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