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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Nintendo Super NES
Wicked 18
T&E Soft | BPS
02 09 2013

Per tutti quelli che considerano le telecronache di golf come l'incentivo supremo alla pennichella e per tutti quelli che guardano alle simulazioni golfistiche come a una disgrazia evitabile, ecco qui, con Wicked 18 (1993, T&E Soft), una variante insperata sull'argomento. C'è da dire che almeno per me un videogioco dedicato al golf ha comunque più appeal di una cronaca televisiva, alla faccia di tutto il battage di Sky Sport, e che lo sport vero e proprio potrà di sicuro interessarmi di più, il giorno che avrò abbastanza soldi per permettermi maestro, ferri, sacca e iscrizione a un club (cioè forse mai). Fatto sta che, al momento, giocare a golf su computer e console non mi infastidisce più di tanto, anzi. Certo che di ritmo e azione proprio non si può parlare, in questi casi: prova ne è che questi sono forse gli unici giochi che i vostri genitori potrebbero affrontare senza ricorrere ad Aspirine e Valium. Il Wicked 18 in questione offre poi quel pizzico di pepe che lo rende appetibile a chi va in cerca di qualcosa di diverso dai soliti percorsi a diciotto buche, in cui il maggiore pericolo è rappresentato da un laghetto o da un bunker di sabbia. Qui di fattori imprevedibili ce ne sono tanti: insomma, in quale PGA Golf vi potete ritrovare con piazzole fluttuanti in aria, cascate, salite da tappa del Tour, canyon profondi e green piazzati sulla cima di una montagna?

Stando così le cose è però anche evidente che il livello di difficoltà, spesso elevato in giochi di questo tipo e comunque legato a un grado di precisione maniacale, qui non può che risultare ancora più esagerato. Una cosa è piazzare in buca una pallina partendo dal limite di un green regolare, alla fine di un fairway bello liscio; un'altra è rischiare un approccio quando al di là della piazzola c'è il vuoto e un dislivello di un centinaio di metri. A questo aggiungiamo un gameplay e un'interfaccia che non godono della semplicità e del rigore delle simulazioni PGA di Electronic Arts. L'esposizione grafica della preparazione al tiro è quella usata da T&E Soft in molte sue produzioni dell'epoca, anche su sistemi più sofisticati: completa e realistica (con cambio di inquadrature, diverse mazze da scegliere, fattori vari da prendere in considerazione come direzione del vento, posizione dei piedi o potenza del colpo), ma alla fine risulta vagamente aggrovigliata, con percentuali di errore troppo elevate, non solo per i giocatori alle prime armi. La stessa grafica degli strani scenari, con il 3D a poligoni nudi che il Super Nintendo si poteva concedere ai tempi, risulta originale ma anche confusa, con poco dettaglio e aggiornamenti lenti e a scatti. Altre scelte sono poi chiaramente discutibili: ad esempio che senso ha sovrapporre al green una griglia vettoriale per evidenziarne le irregolarità, se proprio in questo caso non si può variare l'angolazione dei tiri? Se aggiungiamo a questo la presenza di un solo percorso a diciotto buche (il Devil's Course della versione giap o il Wicked 18 di quella USA), una colonna sonora irritante e una certa carenza di opzioni, il quadro diventa quello di un gioco marginale, una rarità da dare in pasto solo ai più convinti aficianados del genere.

[NO1]


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