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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Sega Mega Drive
Barkley Shut Up and Jam!
Accolade
01 10 2012

Sir Charles Barkley, il tipo più tosto da quando James Naismith mise insieme una palla, due squadre e un canestro appeso a una parete, aveva prestato il suo nome a questa simulazione Accolade nel lontano 94. Non una simulazione di basket canonica, per la precisione, quanto piuttosto un qualcosa che rimanda alle partite da cortile due contro due. Il che rimanda pure a NBA Jam, a sua volta dominatore di questa specifica scena in quegli anni: una bella sfida per Barkley Shut Up and Jam!, che non viene però superata, come da pronostico. Infatti il gioco Accolade si rivela più una parodia che una imitazione del concorrente, nonostante un contenuto praticamente identico.

Così, come in NBA Jam, bisogna affrontare partite parecchio sopra le righe, senza arbitri e regole precise, preferibilmente realizzando punti quasi impossibili. Il divertimento dovrebbe essere garantito proprio da questa atmosfera arcade al limite della decerebrazione, ma l'impianto grafico così così, la scarsa fluidità e il modo in cui lo schermo qualche volta non riesce a stare dietro alla palla sono tutti fattori che finiscono per rovinare lo spettacolo. Esteticamente parlando il nostro giochillo non è che tiri fuori una performance proprio vergognosa: lo stile è quello del Mega Drive, con sprite magari grandi, buona velocità, molte animazioni, ma da un gioco uscito al limite fisico della carriera della console ci si poteva aspettare qualcosa di più nel campo della rifinitura generale. Siamo comunque al di sotto della media della concorrenza diretta e molto molto distanti da quello che in quegli anni cominciava a fare la prima PlayStation. Il che spiega l'indifferenza allora mostrata dal mercato.

L'audio è ancora meno dignitoso, con un funky simil-elettronico banale e uno straccio di commento che non fa altro che annoiare anche il più volenteroso dei fan di Barkley. Sul contenuto vero e proprio ci sarebbe poi da discutere. Il ritmo è intenso, la violenza è gratuita e l'approccio è facile, come da manuale di NBA Jam, ma i difetti classici di questi giochi arcade (passaggi e tiri dipendenti dai voleri di una intelligenza artificiale random, esaltazione delle azioni individuali) qui la fanno da padroni e portano a un coinvolgimento solo superficiale. La bella presentazione, con otto campetti che rimandano ad altrettante squadre e tre modalità di torneo (più l'ovvia variante per più giocatori) solleva un po' la situazione ma non può salvare dalla mediocrità un titolo che al massimo può essere considerato come un clone di qualcosa di più famoso e apprezzabile. Sir Charles ci sarà rimasto male, ma si sarà sicuramente consolato con un bell'assegno.

[NO1]


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