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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Sega Mega Drive
Rugby World Cup 1995
Electronic Arts
09 10 2011

Dopo aver assistito a un Inghilterra-Scozia in quel di Eden Park, Auckland, NZ, dove tutti se le sono date come in una battaglia medievale sulle highland, ho deciso di andare a vedere cosa era stato prodotto negli ultimi venti anni riguardo al rugby. E con una certa sorpresa ho scoperto che le vecchie uscite a 16 bit hanno poco da invidiare alle successive, sia come qualità, sia come, sospetto, quantità.

Senza troppi sforzi di memoria vengono ad esempio in mente Super Rugby di Tonkin House, il rugby di Domark e soprattutto quello per Mega Drive della iperattiva Electronic Arts, allora reduce dai successi di Madden, FIFA Soccer e NBA Live. E proprio dal motore grafico di questi ultimi due blockbuster venne ripreso, appunto, l'impianto isometrico di Rugby World Cup 1995 (fine 1994). Il quale sarà stato pure prodotto sulla scia commerciale del popolare FIFA e su quella del torneo mondiale, ma alla fine aveva dalla sua tutte le caratteristiche di una simulazione divertente, a partire dall'attenzione ai dettagli dello sport vero e per finire con un'esposizione semplice delle sue meccaniche di gioco, sconosciute ai più. In somma, il rugby non è il calcio e se è per questo è anche meno comprensibile di basket e hockey, e quindi se la sua simulazione in videogioco finisce per incartarsi in regole e sottoregole il rischio è quello di una noia mortale.

Non è questo il caso di Rugby World Cup 1995, produzione giocata su tutto quello di immediato che la palla ovale può offrire a un pubblico di massa, senza sconfinare nell'arcade di titoli come World Class Rugby per Super NES. Il che vuol dire che, fatta salva la considerazione di tutti gli elementi di base (mete, touche, calci a seguire, punizioni, rimesse laterali, mischie chiuse, passaggi in avanti, aperture alla mano, blocchi, placcaggi ecc.) non ci si sbatte troppo con interruzioni e spiegazioni e, per quanto possa apparire impossibile, si riesce a giocare partite plausibili già dopo pochi minuti, mettendo in conto la diversa abilità delle squadre.

Tra animazioni diversificate, sprite dettagliati e un'intelligenza artificiale esemplare, con giocatori che si muovono coerentemente ad azioni sempre complesse, il gioco scorre infatti più liscio (non tanto come frame rate quanto come gameplay) rispetto all'artritico FIFA Soccer, il che può apparire miracoloso ma conferma la competenza con cui il team di sviluppo ha affrontato l'impresa. Anche i comandi viaggiano nella stessa direzione, impostati come sono sui soli tre tasti del joypad Sega, con varie combinazioni. La ricerca del dettaglio si nota anche nella possibilità di scegliere il tipo di terreno, un modello di gioco più o meno arcade e perfino la temperatura presente in campo. Audio accurato, pure, soprattutto grazie un effluvio di effetti vocali e di campionamenti, mente la colonna musicale è davvero terribile (si può escludere). Poco male per un gioco che merita di essere allineato con gli altri classici sportivi Electronic Arts e che paga solo l'handicap della scarsa popolarità dello sport riprodotto.

[NO1]


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