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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Sega Mega Drive
Champions
Flying Edge | Park Place | Acclaim
09 12 2010

Altresì conosciuto come fasolada (diremo poi perché) e a lungo catalogato come Ryan Giggs Soccer, questo benedetto Champions (Champions World Class Soccer all'estero) del 1993 non si sa nemmeno come chiamarlo, ammesso che lo si voglia davvero andare a cercare in qualche remoto archivio. Il che aumenta ancor di più il suo status di gioco fantasma, più volte annunciato, rinviato, sponsorizzato e abbandonato, promosso poco e male da Flying Edge, partorito da una Park Place all'inizio della sua agonia post Electronic Arts. Tutte le premesse per la catastrofe erano lì, insomma, in primo piano.

E in effetti il nostro Champions appare monco, sotto diversi aspetti, probabilmente a causa di una lavorazione interrotta e di un budget non faraonico. Ma a sorpresa qualcosa dell'intuizione iniziale, cioè del progetto di portare la spontaneità di John Madden NFL Football e di EA NHL Hockey all'interno del calcio a 16 bit, resta intatta all'interno del gioco. Fluidità, non solo delle animazioni, accento sugli aspetti più divertenti dello sport riprodotto, grande facilità d'uso sono tutti elementi che rappresentano il marchio di fabbrica di Park Place e che qui vengono ripescati. Il che porta spesso a partite divertenti e imprevedibili nel loro sviluppo, anche senza ricorrere al gioco in due. Ma molto del rigore di una simulazione di grosso calibro come Madden Football (studio dei singoli giocatori, statistiche a go go, riproduzione credibile dei campionati, intelligenza artificiale più vispa del solito) qui finisce per mancare, come finisce per mancare un'atmosfera calcistica plausibile.

Difficile accertare quali fossero i componenti Park Place coinvolti nello sviluppo del gioco, ma sicuramente i pionieri del vecchio team (interno a EA) Hilleman e Orr, tra l'altro destinati a incarichi di vertice nella softco di Redwood, non facevano parte della squadra di Champions. E non penso che tra i programmatori ci fosse comunque qualcuno addentro al calcio vero e proprio, il Madden della situazione insomma, a impuntarsi e a richiamare all'ordine. Il gameplay appare infatti sufficientemente solido, soprattutto in questa versione Mega Drive, con controlli precisi e articolati in maniera intelligente (il sistema di controllo dei tackle è molto flessibile e anche quello dei passaggi e dei tiri, di sicuro meno comodo, ha una sua logica), ma è il prodotto finale che non assomiglia granché allo sport di partenza. I movimenti delle squadre, in particolare, appaiono insensati, con assist buttati via e con calciatori che si ammassano correndo dietro alla palla, un po' come nelle partite da bar o come i fagioli quando bollono in pentola (come riferito ai tempi del lancio italiano di Champions da parte di tutti gli addetti ai lavori: è una fasolada). Ciononostante, alla faccia di una presentazione terribile, con un poche opzioni, strategie all'osso, solo squadre nazionali e un audio trascurato, il gioco continua a respirare. Forse grazie alla sua semplicità, alla bella grafica di base e sicuramente grazie alla frequenza con cui le azioni pericolose si susseguono (direi un po' a caso), l'attenzione riesce a essere catturata con buona continuità. Chiaro che per parlare di vera simulazione ci sarebbe voluta la ricchezza di FIFA Soccer, dominatore del mercato di allora e per di più prodotto proprio dal vecchio amore Electronic Arts via EA Canada, ma, insomma, non penso che i nostalgici del calcio arcade si possano trovare male con questo Champions (o come cavolo ha finito per chiamarsi dopo la fuga precipitosa di Ryan Giggs).

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