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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Nintendo Super NES
Chou Jikuu Yousai Macross - Scrambled Valkyrie
Zamuse
04 03 2012

È interessante notare, o lo è almeno per noi nostalgici, che mentre il Mega Drive ha sempre avuto dalla sua una gran quantità di shooter a scrolling orizzontale, il Super Nintendo è rimasto invece ancorato al suo catalogo sterminato di platform. Una ragione per questo trend ci doveva essere e bisogna probabilmente andarla a ricercare nella diversa architettura dei processori delle due macchine. Ma, come nella migliore tradizione, c'erano anche delle eccezioni a questa regola.

Una delle maggiori è questo Scrambled Valkyrie (1993), shooter raffinato, stranamente rimasto nell'ombra del mercato import e destinato a contraddire ogni luogo comune a carico della supposta lentezza del 16 bit Nintendo. Con protagonisti caratterizzati da occhi grandi e forniti di capigliatura verde o blu, Macross tradisce subito la sua brava origine manga anni ottanta. Il punto di riferimento è infatti una popolare serie cartoon della TV giapponese, riutilizzata poi dagli yankee per dar vita all'ancor più famosa (in Occidente) serie Robotech e incentrata sulle gesta di robottoni volanti impegnati a salvare la Terra dall'attacco degli alieni (dei Transformers per ragazzini un po' cresciuti, insomma). All'inizio del gioco si può scegliere quale dei tre mech disponibili dovrà scendere in campo, ognuno con le sue armi particolari e ognuno con la sue progressive trasformazioni in caccia intercettatore, robot androide in stile Gundam/Goldrake e forma intermedia tra le due principali. Possibilità un po' inutile perché, alla faccia di qualche inattesa variabile strategica in grado di cambiare il destino della battaglia (come la possibilità di convertire in alleato qualcuno degli avversari), dopo un po' ci si rende conto che una delle tre astronavi è nettamente superiore alla altre.

Fatto non da poco, perché alla faccia della brevità potenziale del tutto (sette livelli e una quarantina di minuti al meglio, ma non contateci troppo: c'è chi continua a giocarlo ad anni di distanza), Macross si rivela un biscottino duro da masticare già al livello di difficoltà di base e un vero incubo se si vuole affrontare la sfida del livello hard. Così, appena partiti per un viaggio che vi porterà verso pianeti morti, enormi corazzate spaziali e paesaggi comunque ancora più pieni di robot di quanto può esserlo una fabbrica moderna, vi renderete conto che gli ingredienti essenziali per ogni buon shooter sono tutti presenti e per di più utilizzati in dosaggio ottimale. Le armi sono fantasiose e vengono scelte a seconda delle situazioni, i punti bonus e i power-up sono concessi con una certa logica, le esplosioni sono ottime e abbondanti e i nemici sono ben diversificati e caratterizzati, in particolare i tostissimi boss. L'impianto grafico già di per sé eccellente, con paesaggi spettacolari e un'ottima parallasse a più strati, viene aiutato anche da una gamma inattesa di effetti speciali, alcuni dei quali raramente visti sul Super Nintendo. La colonna sonora è ottima, l'audio è proprio quello che ci si aspetta da ogni shooter di razza. E il tutto non rallenta mai, anche quando sullo schermo si affollano tutti insieme gli elementi di cui sopra, il che è qualcosa che invece non ti aspetti dalla vecchia console Nintendo. In somma: non ci troverete niente di originale, non sarà un gioco in grado di entrare nella classifica dei migliori di sempre, ma Macross resta uno shooter da leggenda, travolgente, solido in ogni settore e già da solo in grado di riempire una mancanza grave del catalogo Super Nintendo.

[NO1]


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