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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Nintendo Game Boy
Gauntlet II
Mindscape | Tengen | Atari
11 01 2012

Nel lontano 1986 Gauntlet era la novità più scintillante che si poteva avere in sala giochi, il che, al contrario di oggi, voleva dire che era il massimo ottenibile a prescindere da qualsiasi macchina e formato. In caso non lo sappiate, in Gauntlet si tratta di affrontare centinaia di labirinti inquadrati dall'alto e pieni di trappole, mostri, fantasmi, assassini generici e quant'altro, tutti da affettare, infilzare o far scoppiare a seconda del protagonista scelto in partenza (guerriero, valchiria, elfo o stregone, ognuno con la sua arma), mentre si raccolgono tesori e pozioni e si cerca l'uscita che porterà al livello successivo. È un po' come ritrovarsi con un gioco di ruolo molto veloce, epurato di ogni contorno e portato all'osso: nulla di sorprendente se si mette in conto che il vecchio Gauntlet è stato per lunghissimo tempo un modello di riferimento per dozzine di giochi di questo tipo, o almeno per la loro componente di combattimento.

Questa bella versione per Game Boy (1991) del Gauntlet numero due, che era in pratica la stessa cosa con più livelli da esplorare, contiene gran parte delle caratteristiche dell'originale da sala, inclusa la possibilità di far giocare contemporaneamente quattro persone, via cavo link collegato tra quattro Game Boy. Esperienza abbastanza improbabile ai giorni nostri data la difficile reperibilità di macchine e cavi, ma che potrebbe portare questa conversione all'altezza di quella del successivo Gauntlet IV per Mega Drive, e cioè ai massimi livelli di coinvolgimento (trasformandola così in un vero gioco da party, anche perché nel multiplayer il parossismo degli scontri scende in proporzione). Graficamente il Game Boy fa quello che può, e non è poco col numero di oggetti che transita sullo schermo: il bianco e nero certo non aiuta e la piccola finestra del display lo fa ancora meno, ma a parte le ovvie carenze naturali questo Gauntlet II alla fine scorre più fluido e con maggiore nitidezza di quello prodotto in parallelo per il NES a otto bit. È una conversione sorprendente di un pezzo di storia (che ci crediate o no, qui è presente anche la maggior parte dei campionamenti vocali del coin-op) e ancora adesso è un gioco fantastico da giocare, a prescindere dal suo albero genealogico.

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