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Nyabot Nyabot è praticamente un fantasma, qualcuno della cui esistenza gli stessi redattori di A.Rea. 21 dubitano spesso e volentieri. Compare di tanto in tanto, recensisce qualcosa e poi svanisce di nuovo, probabilmente per tornare nelle tenebre da cui era improvvisamente spuntato. Se lo incontrate, non fidatevi della sua apparenza tenera e coccolosa: tiene sempre in serbo un'ascia da lanciare all'indirizzo dei curiosi...

Atari ST
Sim City
Infogrames | Maxis
03 04 2012

Quando Sim City giunse sull'Atari ST, con il sonoro ridotto al minimo sindacale e una veste grafica meno gradevole di quella vista sull'Amiga, furono in molti a temere una conversione svogliata e poco accurata. Nel loro sfrenato pessimismo, però, tali utenti dubbiosi non tennero probabilmente conto della natura del tutto fisiologica delle magagne in questione, dovute in fin dei conti unicamente alle caratteristiche dell'hardware impiegato da Atari per il suo computer a 16 bit. Dal punto di vista sonoro, del resto, l'ST era notoriamente assai meno performante dell'Amiga, e fu proprio questo a decretare la riduzione quantitativa e qualitativa della sezione audio nel passaggio dalla macchina Commodore a quella Atari. E lo stesso discorso valeva per la grafica, e in particolare per il numero dei colori visualizzabili in contemporanea sullo schermo, dal quale dipendeva l'impiego (invero sporadico, anche se comunque evidente per l'occhio più critico e attento) di alcune tinte non proprio gradevoli nella versione ST di Sim City.

Lo scetticismo dei possessori di Atari ST meno fiduciosi, però, si rivelò fortunatamente infondato al momento di toccare con mano Sim City. Al di là delle carenze citate in precedenza, infatti, tutti gli elementi di base del rivoluzionario gioco di Will Wright erano intatti e non spingevano in alcun modo a rimpiangere le altre versioni. I menu erano pratici e completi, i parametri da tenere in considerazione erano abbondanti come sempre, l'evoluzione della città era uno spettacolo degno di essere osservato per ore, i disastri rappresentavano una benvenuta sfida aggiuntiva per i sindaci virtuali più intraprendenti e il traffico stradale punteggiava le vie degli agglomerati urbani, donando una gradita vitalità (insieme agli aerei, agli elicotteri e alle navi) alle città digitali di Infogrames e Maxis.

A voler essere davvero pignoli, al limite, si poteva tirare in ballo il puntatore controllato dal mouse, che sembrava a volte difettare in precisione e fluidità nel movimento. Non si riusciva mai a capire davvero, però, se si trattasse di una semplice impressione o di una reale incertezza del sistema di comando, il che dovrebbe lasciar intendere la marginalità del problema in esame. Marginalità estendibile, come già detto, alle limitazioni grafiche e sonore, a tutto vantaggio della godibilità di un capolavoro che, anche su Atari ST, non poteva che lasciare a bocca aperta per la sua genialità.

[Nyabot]


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