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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Nintendo Super NES
seaQuest DSV
THQ | Malibu Games | Sculptured Software
08 05 2010

Vi piacerebbe essere bloccati sott'acqua, dentro a un sottomarino pieno di scienziati che provano a parlare con i delfini e a studiare le modificazioni genetiche degli anemoni di mare? A me no. Non amo il mare e soffro di claustrofobia. Non mi appassionavano nemmeno i documentari di Jacques Cousteau, figurati. Tanto meno poteva interessarmi il vecchio programma televisivo, su base simile, da cui questo seaQuest DSV era stato tratto. Per quanto riguarda il gioco in sé, quindi, le premesse negative c'erano tutte.

E i pronostici non vengono smentiti. O almeno, se si rimane nel campo della normalità. Perché se c'è una cosa che non bisogna addebitare a seaQuest DSV è il risultare convenzionale. Caso più unico che raro in ambito console vecchia generazione, infatti, il gioco di Sculptured Software è incentrato su una serie di missioni subacquee condite da un po' di grafica renderizzata, una dose accettabile di strategia e tanta azione quanta se ne può trovare nella sezione oceanografica della Biblioteca Nazionale (poca). Il tutto da collegarsi alla gestione di una colonia/miniera sottomarina, minacciata da una organizzazione di novelli pirati. In questo ambito, fantasiosamente derivato dal programma di origine, il protagonista inizia la sua carriera nei panni di un marinaio di seconda classe. Da qui in poi, però, c'è una sequenza di missioni (che spaziano dal combattimento vero e proprio, al soccorso di minatori in pericolo, allo scavo e trasporto di materiali) da completare per poter migliorare il proprio status.

Tutto come da manuale, quindi, se non fosse che questo è un gioco e come tale deve rispettare poche, ma essenziali regole. Come per esempio quella di divertire. E già dal primo approccio questo si rivela un fatto difficile da realizzare. Il troppo lungo sottomarino si comporta come una saponetta in una vasca da bagno, le mappe servono a poco, gli scontri a fuoco seguono schemi bizzarri, la struttura dei livelli è ripetitiva, il ritmo lento, l'interfaccia scomoda e la manovrabilità dei batiscafi a corredo disperante. Come spesso è successo alle produzioni targate Sculptured Software, insomma, il meglio resta nel limbo delle intenzioni e alla fine si rimane affranti di fronte a quello che con un po' più di attenzione post produttiva si poteva ottenere (uno shooter alternativo, magari). Così come è seaQuest DSV, al di là della sua unicità e del suo bell'apparire, può al massimo servire come prodotto soporifero (o come blando tranquillante, hai visto mai).

[NO1]


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