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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Nintendo Super NES
Super Mario World 2: Yoshi's Island
Nintendo
24 01 2009

Mai sentito parlare di Yoshi? Male. Personaggio secondario in tante avventure del baffuto Mario, il piccolo dinosauro si è conquistata negli anni novanta una fama da coprotagonista attraverso una serie di episodi a lui direttamente intestati. Il principale: questo Yoshi's Island, contendente alla corona di miglior platform per Super Nintendo, e con pieno diritto. La linea genealogica è infatti quella di Super Mario, incarnante uno schema da platform classico, ma fornito di un prestigio (Miyamoto) che in molti possono solo sognare.

Bastano però pochi secondi per capire che Yoshi si controlla in modo diverso, e non poco, da quanto può capitare a un qualsiasi idraulico italiano in tuta rossa. Tanto per cominciare il nostro eroe, in pratica, non può morire, non importa quanti colpi riceva o quanto profondi siano i burroni in cui gli capita di precipitare. L'unica cosa che deve invece temere è la fuga, conseguente agli attacchi più cruenti, del piccolo Mario che si porta a cavalcioni sulle spalle (non scordiamoci che questo è un prequel: almeno teoricamente la sua collocazione è anteriore a qualsiasi altro episodio della serie e i protagonisti sono di conseguenza più giovani). Una volta scappato l'infante, infatti, restano solo pochi secondi per scongiurarne il rapimento e il conseguente game over. Yoshi è poi in grado di eseguire un nuovo doppio salto in alto, acrobazia che gli permette di raggiungere piattaforme apparentemente impraticabili. Non solo: la sua capacità di espellere, ingoiare (!) e sparare uova in direzione degli avversari è quasi del tutto inedita. Lo stesso baby Mario non si limita ad assistere alla pugna, ma almeno in determinati casi riesce ad entrare in scena in prima persona, scalando muri e consentendo così l'accesso ad aree nascoste. Sembrerebbero dati di fatto poco significativi, ma alla fine le abilità acrobatiche e la nuova capacità di fuoco finiscono per modificare sensibilmente il panorama di gioco.

Altrettanto diversa è la scenografia. Qui i paesaggi metafisici di Super Mario World sono quasi totalmente assenti, rimpiazzati come sono da un climax da libro da bambini e da un tratto molto ricco e volontariamente pastellato (significativo il fatto che Miyamoto sia stato costretto da Nintendo a disegnare due volte la grafica di Yoshi's Island, sulla scorta del successo di Donkey Kong Country, e che tutte e due le volte si sia rifiutato di inseguire la chimera della tridimensionalità). Il risultato finale è comunque eccellente, oltre a rappresentare un caso a sé stante all'interno del catalogo Super Nintendo: Yoshi's Island può legittimamente partecipare alla competizione per il gioco a 16 bit con l'estetica più fantasiosa, con una varietà di temi grafici incredibile per i tempi e l'impressione di trovarsi di fronte all'unico platform che non si ripete mai. Meno popolare del primo Super Mario World e tutto sommato più liscio e facile, Yoshi's Island compensa comunque questa leggerezza con un impianto di livelli di tutto rispetto (sei mondi con otto livelli ciascuno), con una complessità topografica non indifferente, ma soprattutto con una caratteristica presente solo nelle migliori produzioni di Miyamoto (e di Yuji Naka): l'assoluta adattabilità della sfida, con livelli che possono essere affrontati direttamente e senza troppe storie oppure dedicandosi a una ricerca ossessiva di stelle, monete, chiavi e fiori che porteranno poi a punteggi più alti. Avversari attentamente caratterizzati, enigmi e bonus nascosti sono poi concessi in dosi elevate, il che concorre a creare una profondità di gioco di cui, abbagliati come si è dall'atmosfera da favola, inizialmente non si ha nemmeno il sospetto. Ulteriore esempio dell'inesauribile vena di Nintendo e chiara testimonianza della versatilità di una macchina apparentemente limitata come il Super Nintendo, Yoshi's Island resta un momento fondamentale della carriera di Shigeru Miyamoto. E non è proprio poco.

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