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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Nintendo Super NES
Knights of the Round
Capcom
08 05 2007

Knights of the Round riesce ancora a divertire, ma sempre per le ragioni sbagliate. Infatti, anche se il genere camminata da sinistra a destra con relativo pestaggio dei passanti si poteva già ai tempi considerare generalmente ammuffito, questo raro esempio di scarso impegno da parte di Capcom poteva addirittura dirsi pronto per il tavolo autoptico subito dopo la nascita.

Nascita nemmeno troppo prematura, dato che Knights of the Round saltava fuori nella sua incarnazione per Super Nintendo tre anni dopo il suo esordio del 91 in sala giochi, con buon successo. Ma anche se su questa conversione per Super NES l'impianto grafico riusciva ad avvicinarsi a quello della versione arcade, con sprite bene o male sovradimensionati rispetto agli standard da console e fondali belli colorati, nel passaggio ai 16 bit l'animazione finiva per perdere i suoi bravi frame, con conseguente legnosità dei movimenti. Qualche pezzo lo perdeva pure l'audio, con musiche flebili e soprattutto effetti stranamente di bassa qualità. Ma peggio di tutto, l'aumentata lentezza e la diminuita spettacolarità del gioco andavano ad evidenziare la mediocrità del gameplay di partenza, già lui fresco come una crosta di formaggio in frigorifero (non scordiamoci che nel 94 eravamo quasi all'entrata in scena di PlayStation e Saturn). Qui di sorprese non ce ne sono: il cavaliere di turno caracolla pesantemente, lo scrolling dello schermo si blocca per un secondo o due, quattro scagnozzi si avvicinano muniti di armi varie, voi aspettate fino a quando la distanza si azzera e poi colpite. Questo va avanti in genere per sei o sette botte di spada (o di ascia, o quant'altro, senza impegno alcuno nella variazione) e poi i tizi schiattano. La cosa si ripete. Forever and ever.

Dopodiché, o la prendete a ridere (non so: ad esempio per le tigri che scorrazzano nell'Inghilterra dell'Alto Medioevo, per i cattivi che somigliano a ninja, per l'abbigliamento di Percival), o dopo un paio di ore le sinapsi si atrofizzano e la vostra famiglia vi ritrova sotto forma di pappa grigia sciolta davanti al televisore. Troppo duro, come parere? Probabilmente: a distanza di quasi due decenni tutto il pacchetto dei beat'em up a scorrimento finisce per assomigliarsi tragicamente, con le dovute eccezioni da assegnare ai vertici assoluti (p. es. Final Fight o Streets of Rage) e quindi non sarebbe giusto gettare la croce solo addosso ad uno specifico colpevole. L'aspetto del gioco, poi, riflette bene una tematica fantasy che un po' di fascino non può non mantenerlo, con Capcom che qualche volta si ricorda pure del suo patrimonio di inventività, come nel caso della variante degli attacchi a cavallo. Anche il sistema di progressiva promozione dello status del protagonista sembra piazzato lì proprio per stuzzicare i fan dei giochi di ruolo, o almeno di quelli basati sulla conquista di punteggi sempre più alti. C'è un buon 2-player mode, i comandi rispondono bene, i tre livelli di difficoltà sono lì apposta per riassestare gli approcci più o meno stentati. Ma alla fine della fiera il gioco è troppo facile, con una manciata di livelli da affrontare, e troppo simile a sé stesso, con ambientazioni solo parzialmente differenziate e con una ventina di tipi diversi di avversario che combattono, però, quasi tutti allo stesso modo. Il vantaggio è che Knights of the Round si può prendere e giocare al volo, divertendosi senza troppi sofismi, questo è vero: ma lo stesso si può fare anche con uno yo-yo, e forse con risultati non molto differenti.

[NO1]


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