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NO1 Imbarcato in tenera età su un cargo battente bandiera liberiana, NO1 ha sviluppato grazie ai suoi viaggi in giro per il mondo, e ai conseguenti contatti con numerose popolazioni indigene legate alle tradizioni, una smodata passione per l'antico. Passione che oggi riversa nel retrogaming, in particolare se targato Sega...

Nintendo Super NES
SOS
Vic Tokai | Human
08 07 2006

Nascosto per qualche anno nel limbo degli oscuri adventure in pura lingua nipponica, SOS (o meglio, come si chiamava in partenza, Septentrion) non ha potuto a lungo rivelare la sua natura di crossover tra platform, puzzle game e quanto più si poteva avvicinare a un film, almeno su un mezzo limitato come una cartuccia da 8 megabit. Quando poi riuscì a conquistarsi una conversione in lingua inglese, il Super NES era già sul viale del tramonto. Morale della fava: SOS si merita forse la palma di gioco più misconosciuto del Super Nintendo.

Tanto per cominciare, SOS non è esattamente indirizzato a chi si aspetta brividi immediati, nel senso che utilizza palesemente un andamento da platform, ma, a parte questa sua struttura di base, finisce per essere costruito soprattutto su strati e strati di interazione con i numerosi personaggi che popolano il 'film di Syuji Yoshida' (come recitano i titoli di testa in puro stile cinematografico), con un accento chiaramente spostato più sul salvataggio degli altri che sulla egoistica uscita dai vari comparti di un piroscafo in procinto di affondare (il Septentrion di cui sopra, qui ribattezzato Lady Crithania). Ed è proprio questa connessione tra una trama stringente (la nave da crociera dove agiscono i nostri quattro protagonisti è stata già rovesciata dalla furia di un uragano e il tempo che rimane per evitare la catastrofe non va al di là dell'oretta) e la necessità di salvarsi in gruppo, che rappresenta nello stesso tempo l'aspetto più interessante del titolo Vic Tokai come pure quello più frustrante. Più di una volta, ad esempio, dopo aver messo in fila indiana il proprio gruppetto di sopravvissuti e dopo averli istruiti a dovere ci si ritrova con personaggi che si comportano improvvisamente come dei lemming impazziti (a proposito di somiglianze) finendo spiaccicati venti metri più in basso, sul fondo/soffitto di una cabina ribaltata e sfondata.

Contrattempi del genere potrebbero far scappare urlando chiunque non sia fornito di una pazienza da monaco trappista, ma, per essere giusti, questo è più un caso di gioco in cui bisogna imparare lentamente cosa i NPC faranno o non faranno in determinate occasioni, più che quello di un gioco con imprevedibili carenze di logica. La sfida è comunque di titaniche proporzioni (!), degna di un vero gamefreak. Con soli 60 minuti a disposizione, quattro personaggi con proprie distinte storie e proprie caratteristiche, non poche difficoltà da superare, centinaia di cabine, porte e scale, una mappa degna dei dungeon più complicati e continue sorprese avrete infatti bisogno di molte sessioni di gioco, e sessioni piuttosto intense, per arrivare perlomeno vicini al finale dell'avventura.

Gioco chiaramente poco convenzionale (e inadatto a chi soffre di mal di mare, dati i continui traballamenti dello scafo e le sue improvvise rotazioni provocate dalla tempesta), SOS potrebbe essere descritto come un mix per molti versi oscuro (anche in questa conversione per il mercato USA, figuriamoci in quella originale) tra Prince of Persia e Lemmings, con una ispirazione di base però decisamente cinematografica, aiutata da una buona colonna sonora e da una grafica piccola, ma spesso dettagliata. Un mix che potrà pure non richiamare l'attenzione di tutti, ma che di sicuro interessa me. Affrontare SOS comporta di sicuro una buona dose di pazienza, ma per quelli che riescono a superare il disorientamento iniziale il premio è rappresentato da un gioco unico nella sua struttura e nella sua capacità di creare atmosfera (e che dimostra come team piccoli e poco conosciuti fossero ai tempi in grado di produrre giochi di grande classe, contro ogni previsione e budget).

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